“Incurante della amplissima opposizione alla “cattiva scuola” della legge 107/2015, che tanto ha pesato sulla sconfitta netta di Renzi nel referendum costituzionale, il governo Gentiloni ha varato otto decreti applicativi di tale legge, ignorando ogni forma di dialogo con i protagonisti dell’istruzione pubblica e ogni revisione significativa della 107.
Le otto deleghe aggravano il già disastroso panorama creato dalla “Buona Scuola”.
Per il futuro reclutamento dei docenti non si riconoscono le abilitazioni già conseguite né il servizio prestato.
Per i diversamente abili si mira a ridurre il numero degli insegnanti di sostegno, introducendo corsi di “aggiornamento” improvvisati per tutti gli insegnanti, per delegare progressivamente tale attività all’intero personale docente.
La delega sull’Istruzione professionale punta a parificarla alla Formazione professionale extra-scuola, prevedendo indirizzi di studio minimalisti e meramente esecutivi.
Per gli alunni, si ribadisce la centralità dell’”alternanza scuola-lavoro”, in una forma scoperta di apprendistato gratuito, con flessibilità fino al 40% del monte orario, con presenze pomeridiane vincolanti per docenti ed Ata e “contratti d’opera” offerti dalle imprese tramite loro “esperti”.
Con il ‘sistema integrato 0-6 anni’, interamente unificato sotto l’egida degli Enti Locali, si scorpora la scuola dell’infanzia dal sistema dell’istruzione pubblica e non si garantisce la gratuità per le famiglie nè migliori standard. In questo modo anche la scuola dell’infanzia pubblica rischia d’essere privatizzata: i comuni gravati da tagli insostenibili tendono ad esternalizzare quei servizi di nido e scuola materna già oggi di competenza comunale. Per non parlare delle sorti, ancora ignote, del personale di ruolo nella scuola dell’infanzia,
Queste deleghe aggravano le disastrose brutture della legge 107, provocando un’ulteriore, drammatica dequalificazione del lavoro degli insegnanti, sempre meno educatori e sempre più “operai intellettuali” flessibili e tuttofare.
Gli studenti, gli insegnanti ed i cittadini che hanno a cuore la scuola pubblica hanno non più di tre mesi di tempo per respingere queste deleghe e nel contempo far cancellare almeno i punti più disastrosi della 107.
Per questo il Comitato di Civitavecchia, coerentemente al suo impegno per il rilancio e l’attuazione della Costituzione, sostiene le ragioni dello sciopero generale della scuola del 17 marzo, facendo appello a tutti i sindacati che si oppongono alla legge 107 affinché il fronte di lotta sia un ampio fronte unitario”.
Comunicato del COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE – CIVITAVECCHIA