ANSIA

Tutto ciò che ci appartiene e che riceviamo in dotazione con il DNA serve alla vita. Le mutazioni genetiche vogliono dire malattia o morte dell’individuo. La vita di cui siamo fatti su tutti i livelli, biologico-chimico, psicologico e spirituale, sa il fatto suo ed è attrezzata per la sopravvivenza e la conservazione della specie e dell’individuo. I veri motori esistenziali della vita sono l’integrità e la conservazione. Pertanto le emozioni e i sentimenti servono alla nostra sopravvivenza e a conferire qualità e sapore alle nostre esperienze. Così la rabbia e la paura sono indispensabili per la difesa della vita da pericoli, da attacchi e da predatori più o meno reali. Cosa sarebbe di noi se non provassimo le emozioni comprese quelle negative? Forse non dureremmo tanto… In questo contesto di riflessione si colloca l’ansia. Essa è una risposta normale e sana ad un pericolo reale o percepito ed è costituita da una serie di cambiamenti nel corpo e nel modo di pensare e di comportarsi che ci permette di fronteggiare e rispondere rapidamente a minacce e pericoli per la nostra vita. E fin qui tutto bene, ma il problema sta nel fatto che potrebbe diventare cronica attraverso il meccanismo definito “ciclo dell’ansia”. Pensiamo, ad esempio, di trovarci in macchina mentre procediamo a velocità sostenuta lungo una strada e che all’improvviso una macchina nella direzione opposta azzarda un sorpasso invadendo la nostra corsia. In una frazione di secondo il nostro cervello rileva il pericolo e, in modo del tutto automatico, il corpo e la mente si attivano accendendo i sensi e agendo d’istinto per salvarci la vita. Le modificazioni corporee essenziali sono: il battito cardiaco accelera e la pressione del sangue aumenta; la capacità del sangue di coagularsi aumenta in preparazione ad una possibile lesione; la sudorazione aumenta per aiutare a raffreddare il corpo; una quantità di sangue è dirottata sui muscoli che si tendono pronti all’azione; la digestione rallenta; diminuisce la produzione di saliva; il ritmo del respiro accelera, le narici e i passaggi di aria si dilatano, per far affluire velocemente più ossigeno; il fegato rilascia zuccheri, per fornire energia; gli sfinteri si contraggono per chiudere intestino e vescica; le risposte immunitarie si indeboliscono il che è utile a breve termine per permettere una risposta massiccia all’immediato pericolo. Tutto questo avviene da sé, trascendendo il nostro controllo razionale e la nostra volontà. Se non ci fossero le reazioni di ansia e di panico moriremmo facilmente. Questa reazione, definita di “attacco-fuga”, è la stessa che sperimentiamo quando siamo in ansia, spaventati, preoccupati, agitati. Nel corpo possiamo osservare alcune delle seguenti sensazioni: tremori, irrequietezza, tensione muscolare, sudorazione, fiato corto, tachicardia, tuffo al cuore, mani fredde e sudate, respiro affannoso, vampate di calore o brividi, nausea, ecc. La risposta è la stessa, sia che si tratti di affrontare uno sforzo fisico, sia che dobbiamo superare un esame o un concorso, sia che dobbiamo rispondere ad una critica aggressiva di un collega o del superiore o ricevere una diagnosi medica spiacevole, ovvero, in tutti quei casi in cui la soluzione non è né combattere né fuggire. Quando ciò accade può succedere che alcune persone, osservando la propria reazione d’ansia, ne vengano disturbate e a loro volta allarmate. Nasce così la preoccupazione per l’ansia stessa. È questo “il ciclo dell’ansia” che trasforma una risposta naturale e sana in un disturbo invalidante. I pensieri più comuni sono: “ancora una volta sto dimostrando di essere debole; sono troppo emotivo e non so affrontare le situazioni; vedendomi così le persone penseranno che sono incapace e ridicolo; il cuore batte troppo velocemente, mi starà venendo un infarto? Sono arrossito, che vergogna!” Tutto ciò causa, naturalmente, una ulteriore attivazione del sistema attacco-fuga, portando ad un circolo vizioso. Se non si riesce a interrompere questo circolo, il problema d’ansia diventa cronico. Quando si innesca questo circolo vizioso è importante rivolgersi tempestivamente ad uno psicoterapeuta per comprendere cosa sta accadendo e perché e imparare a fronteggiare in modo più sano le situazioni difficili della nostra vita.

www.alessandrospampinato.com

 

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