Che tempi! Che momento storico! Siamo dentro un sistema senza precedenti per l’umanità e, ormai, abbiamo superato il punto critico di non ritorno. I miti della globalizzazione, del controllo di massa e del potere universale sono già realtà. Pochi detengono la maggior parte della ricchezza di questo pianeta e hanno il potere sulle nazioni e sulla gente. Pochi comandano e controllano il tutto. E noi siamo dentro questo sistema, dallo smatphone ad internet, dalla carta di credito alla patente, dal codice fiscale alle tessere dei supermercati fino alle impronte digitali prese per entrare in banca e a facebook, siamo controllati, monitorati e studiati. La nostra posizione è rintracciabile come i nostri spostamenti, i nostri gusti, le nostre preferenze e abitudini. Siamo dentro un sistema, un ingranaggio, uno schema che si nutre di noi, della nostra mente e della nostra anima. E noi ci stiamo come inconsapevoli fruitori di oggetti che ci dominano e ci posseggono. Ci facciamo definire da essi, uno smartphon o un tablet di ultima generazione ci attribuiscono uno status, ci danno un tono. Velocemente la tecnologia è entrata nella nostra vita personale e sociale, ha alterato i costumi della gente, modificato il nostro stile di vita. Oggi ci si conosce in chat, si comunicano emozioni attraverso emoticons, si fanno conferenze e lezioni online. La tecnologia e i social network stanno educando e formando generazioni di uomini e donne che si relazionano, si conoscono, lavorano e si definiscono attraverso oggetti e si amano o stringono amicizia interfacciandosi, più o meno sistematicamente, con la realtà virtuale. So di persone di età varia che non escono di casa perché socializzano e giocano online. C’è chi ha relazioni d’amore e erotiche in rete. C’è chi lavora e guadagna anche tanti soldi lavorando a casa su internet. La realtà virtuale, che vent’anni fa sembrava fantascienza, oggi convive con la realtà reale, ma tra qualche decennio la sostituirà per importanza, efficienza, necessità vitale e gradevolezza. Nel film Her (Lei) ambientato a Los Angeles in un futuro non troppo lontano Theodore (Joaquin Rafael Phoenix), un uomo solitario dal cuore spezzato che si guadagna da vivere scrivendo lettere “personali” per gli altri, acquista un sistema informatico di intelligenza artificiale di nuova generazione progettato per soddisfare tutte le esigenze dell’utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il rapporto di Theodore e Samantha crescerà e l’amicizia si trasformerà in amore fino alla tragedia finale che fa riflettere lo spettatore. L’idea di condividere la propria vita interiore e sociale con l’intelligenza artificiale non è già quasi più fantascienza. I robot e i sistemi operativi, già da anni, interagiscono con l’uomo. E’ cronaca di questi giorni che anche il vecchio bullismo si è rivestito di modernità. Oggi il tema è il cyberbullismo. In Italia 2 ragazzi su 3 sono stati vittima di cyberbullismo. Secondo il nuovo studio Microsoft Digital Civility Index, che analizza le attitudini e le percezioni sia degli adolescenti (13-17), sia degli adulti (18-74), in quattordici Paesi, il 65% degli intervistati è stato vittima di almeno uno dei principali pericoli individuati. Nello specifico, di contatti indesiderati (43%) e molestie (41%). Più della metà (51%) ha incontrato di persona l’autore della minaccia, ma la percentuale sale al 58% se si considerano le fasce d’età più giovani. La sensazione d’isolamento e impotenza, davanti a questi problemi, è ricorrente: il 62% degli intervistati ha dichiarato di non sapere dove trovare aiuto quando si imbatte in un rischio online. E anche se i giovani sembrano più pronti a reagire – il 48% di loro ha detto di sapere a chi rivolgersi – sono anche loro vittime della paura di restare ancora più isolati. “Quando sono oggetto d’insulti, offese, e altro, per i ragazzi è difficile denunciare: una delle prime cose che succede è che si sentano in colpa, sbagliati, che abbiano difficoltà a confidarsi per paura di ulteriori conseguenze” spiega Nunzia Ciardi, Direttore del servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni. Riflettiamo sul concetto di realtà, cerchiamo di mantenere le nostre radici ben salde alla terra. La modernità affascina ed è utile, ma siamo e resteremo uomini e donne, persone in carne e ossa e con dei sentimenti che hanno bisogno di concretezza per potersi esprimere.
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