Analisi del voto sballata del primo cittadino: l’allarme è suonato.
In flessione il dato delle politiche, dalle regionali un vero e proprio avviso di sfratto.
Il Movimento 5 stelle ha vinto, evviva Cozzolino. Nello stucchevole dibattito sulle fake news che esiste a livello nazionale, l’analisi del voto che arriva dai “gialli” di Civitavecchia meriterebbe un posto d’onore. Tanto che, più che di analisi, un occhio clinico potrebbe meglio valutare se di psicoanalisi si deve trattare: rimandiamo ai professionisti del campo la questione.
Provando però a dirimere la selva di numeri e bilancio in casa del M5s a Civitavecchia, ricostruiamo le ore del dopo voto. Il
dato qual è? Quello di partenza è tra il 32,3% del Parlamento.
Non male, certo. E il sindaco si è subito aggrappato a quello. Peccato, per lui, che sia il meno adatto. Perché? Fate attenzione: innanzitutto perché gli gioverà dire che il dato è in piena tendenza nazionale, ma non gli giova ammettere che è in controtendenza locale, visto che rispetto al 2013 (quando il voto di protesta dei civitavecchiesi si riversò sui 5 stelle arrivando
al 34,6% alla Camera) si perdono due punti percentuali. In seconda battuta perché il collegio con i “suoi” uomini, Cozzella
e Mastrandrea, è perso mentre invece rientra in Parlamento, e in pompa magna, la sua nemica giurata Marta Grande.
Finita qui? Mica tanto.
Poiché dopo si scopre che alle regionali, cioè il voto locale di questa tornata, il M5s paga pegno. E pure tanto. Cioè, i civitavecchiesi, chiamati a rispondere su preferenze, la loro parola l’hanno detta chiara. Se alle votazioni parlamentari l’assenza
del voto disgiunto ha favorito i cinque stelle, costringendo chi voleva penalizzare centrodestra e centrosinistra a votare
“anche” per Cozzella e Mastrandrea (ma gli eletti, guarda caso, sono di Forza Italia), alle regionali no. E infatti Roberta Lombardi
ha preso il 25,4%, cioè 8 punti percentuali in meno che alle nazionali, e la lista è andata ancora peggio, fermandosi al 24,5%. Ancora, far scrivere il nome del cosiddetto “amico” di Cozzolino in lizza, cioè Devid Porrello, è stato maledettamente difficile e i 1500 consensi personali sono un bottino ben magro. Considerando che l’odiata Riccetti ne prende oltre 1000 con appena
quattro settimane di campagna (e non 5 anni) alle spalle, il paragone restituisce la reale entità dell’emorragia a cinque stelle sul territorio. Quindi il voto anti-Cozzolino c’è eccome: se il primo cittadino intende consolarsi con gli affrettati e completamente
sballati calcoli di qualche volenteroso giovane impiegato in un giornalone che discetta di “maalox”, faccia pure. Ma in primo
luogo diventerà difficile raccontare che si ha la stampa contro, mentre in secondo luogo occorrerà anche… stampare qualche
numero e portarselo dietro nei prossimi mesi, quando comincerà il triste e doloroso compito, per il nostro, di andare a chiedere il voto ai civitavecchiesi per essere confermato.
Vogliamo fargli un favore: glieli stampiamo noi, quelli di Civitavecchia. Voto 2013 nazionale Camera: 34,66. Voto 2018
nazionale Camera: 32,3%. Voto comunale 2014: 18,3% al primo turno e 66,6% al secondo. Voto regionale 2018: 24,5%. Chissà
a quale percentuale, lo scienziato del Pincio, si avvicinerà di più con la sua lista il prossimo anno.