Più che social – housing, si può dire “housing sociale” ovvero una politica abitativa per le fasce di cittadini più deboli.
Il tema è stato già sperimentato ed affrontato con progetti e programmi dalla passata amministrazione di Pietro Tidei.
Si può dire che l’assunto fondamentale è quello di coniugare il reddito medio della nostra Città con l’aspettativa di possedere una abitazione, oggi assolutamente ecosostenibile, fuori dal circuito commerciale del mercato immobiliare.
La prossima amministrazione, speriamo sia quella di Carlo Tarantino, dovrà proseguire il percorso tracciato ed interrotto dal 2013 fino ad oggi.
La Regione Lazio in questi 6 anni, prima con il “Piano Casa “ (L.R. 21/2009 ), poi con la Rigenerazione urbana (L.R. 7/2017 ) ha offerto ai Comuni grandi opportunità per realizzare quartieri e zone residenziali di qualità anche dentro i centri abitati, diminuendo il consumo del suolo ed investendo in politiche di recupero edilizio a basso costo.
La opportunità di riqualificare ambiti urbani oggi privi di identità quali: la zona Italcementi, il San Pio, i meandri viari tra via Arno – via Tevere, le grigie periferie intorno alle Caserme quali Borgata Aurelia, la Piave, oppure le ormai anonime “torri” di campo dell’oro o della storica “Civitavecchia 70’” al Faro, per chiudere al Piano di rigenerazione di via Betti, debbono rappresentare le scommesse urbanistiche del prossimo futuro per una edilizia di qualità sociale, eco sostenibile e soprattutto di costi contenuti.
E’ il modello dell’housing promosso con bandi regionali e ministeriali, con i quali la futura Amministrazione si dovrà necessariamente confrontare con programmi incisivi capace di attrarre risorse pubbliche abbattendo i valori finali di mercato.
Un “housing” che recupera una qualità del vivere, integrando verde, servizi pubblici, energie rinnovabili e mobilità, innestando il principio della “sostituzione edilizia”: demolizione e ricostruzione attraverso il collante dello spazio comune, sia esso di verde che di servizi, ma sempre luogo pubblico e di qualità .
Questo “housing” ha nel sociale, non il concetto di “ghettizzare” ma di integrare ed a sua volta di interagire, realizzando programmi per nuove abitazioni, per giovani coppie e per anziani, superando la disabilità con sistematici e puntuali.
Questo è l’ housing per una Civitavecchia che tende a livellare le classi sociali, contiene le speculazioni immobiliari e fa crescere la domanda interna di residenza in qualità ed a basso costo, aprendo la possibilità di accesso alla prima casa ai redditi medio – bassi, intercettando i Bandi regionali di finanziamento pubblico con quote in conto capitale.
La scommessa di una nuova ed alternativa politica abitativa, pone il fabbisogno “casa” come una aspettativa primaria e vitale per rendere pari dignità di inserimento sociale ed economico aperto il più possibile alla maggior dei nostri concittadini .
Scommettere nell’edilizia residenziale pubblica e/o convenzionata, significa far crescere anche il numero degli occupati nel settore delle costruzioni, con indotti per le nuove opportunità nei settori delle energie alternative da fonti rinnovabili e nell’efficientamento energetico, rivitalizzando un comparto come quello edile oggi portato allo stremo da una politica di oscurantismo produttivo, intrapresa dalla Giunta pentastellata uscente.
Jenny Crisostomi PD
Alessio Gatti PD