Non dimentichiamo le periferie.
“State a fa’ leva sulla rabbia della gente per racimolare voti. ‘Sta cosa di anda’ sempre contro le minoranze a me nun me sta bene che no”. Con queste parole, ormai divenute famose, Simone, un ragazzo di quindici anni di Torre Maura, si è schierato contro il presidio antirom del movimento neofascista di Casa Pound e, finalmente, si è ricominciato a parlare delle periferie. Quelle stesse periferie troppo spesso dimenticate.
Ai problemi di sempre, disoccupazione, povertà, abbandono, oggi si sono aggiunti anche quelli derivanti dalla coabitazione con i nuovi poveri, quelli provenienti dalle periferie del mondo e, dall’incontro, spesso non semplice, con altre culture, altre abitudini e altre fedi.
Anche la nostra città ha le sue periferie. Zone in cui convivono esperienze di abbandono, incuria e degrado. Una di queste è certamente San Liborio, un quartiere in costante crescita per il numero di abitanti ma in cui i servizi pubblici rappresentano da sempre un problema: scarsa illuminazione, la condizione del verde e delle strade persino peggiore che nel resto della città.
I cinque anni della amministrazione grillina hanno persino peggiorato la situazione. Zero investimenti, zero manutenzioni e nemmeno l’ombra di progetti per migliorare la qualità della vita degli abitanti. San Liborio, Campo dell’Oro e tutte le zone periferiche della nostra città sono semplicemente scomparse dall’attenzione della politica cittadina. Eppure, è il caso di ricordare, che il centro città, del resto assai poco curato anch’esso, ospita solamente 10.000 abitanti, mentre tutti gli altri 40.000 e più vivono sopra la Mediana. Questa impostazione va’ cambiata.
Non è possibile che ci siano cittadini di serie a e cittadini di serie b, anche se questi ultimi anni ci hanno comunque reso tutti cittadini di serie b, se non peggio. E’ indispensabile, quindi, iniziare a ripensare la città, partendo proprio da quei luoghi dove il numero di abitanti è maggiore, consentendo a tutti di godere di uno standard di servizi accettabile attraverso interventi mirati, volti a migliorare la qualità della vita di tutti – residenti del centro compresi – e riconsiderare l’organizzazione della città. Naturalmente questo è solo un esempio e ci sono altri mille problemi da affrontare. Ciò che è indispensabile, però, è che si torni ad ascoltare chi abita in quelle zone e a dar loro diritti e rappresentanza. E’ un imperativo assoluto per chi si vuole occupare della cosa pubblica ed è un impegno che, da parte nostra, ci prendiamo fin da ora.
Jenny Crisostomi PD
Alessio Gatti PD