Avremmo preferito non intervenire e lasciare la necessaria tranquillità a chi si sta adoperando al fine di produrre un credibile piano industriale di risanamento della società CSP r.l.
Purtroppo le preoccupazioni alla base dell’ultimatum del delegato alle partecipate e vicesindaco Massimiliano Grasso, ci impongono una doverosa precisazione. Effettivamente l’inerzia comincia ad assomigliare ad una colpevole mancanza di capacità. Non siamo assolutamente d’accordo però sulla paternità di tale staticità.
L’attuale amministrazione di cui lo stesso vicesindaco è parte integrante e sostanziale ha, lo scorso anno, ricevuto in eredità la società CSP r.l. ed il relativo management a guida De Leva. Ha preso atto della non convincente ipotesi di risanamento proposta ed ha provveduto alla nomina di un nuovo cda, in carica e nel pieno delle sue funzioni ormai da circa ottanta giorni.
La puntuale e circostanziata fotografia dello stato dell’arte, prodotta dal neo presidente Carbone e dagli “storici” dirigenti di CSP (dotati di grande esperienza malgrado i negativi risultati avuti negli ultimi 14 anni), in un primo momento presentata come il piano di risanamento e poi, dopo le contestazioni dei consiglieri di maggioranza, declassata ad analisi economico finanziaria dell’azienda; ha evidenziato una situazione globale allarmante.
La coalizione di governo ha chiesto a gran voce e da tempo (anche a mezzo stampa) la produzione rapidissima del piano. Il presidente ha ritenuto opportuna la nomina di un consulente (ingegnere ambientale) propedeutico, a suo dire, alla redazione di quanto più volte richiesto e necessario. Ingegnere di cui comunque già dispone la società fin dal 2005, per cui doppio ruolo e relativo doppio costo.
Ad oggi nulla è stato prodotto e sottoposto all’attenzione della proprietà.
Circa gli orientamenti che, secondo il delegato Grasso, il Socio Unico (comune) avrebbe dovuto fornire all’attuale management, la vicenda assume contorni paradossali. L’amministrazione ha votato nel primo consiglio comunale utile gli indirizzi (programma elettorale) su tutti i settori di competenza. Nella fattispecie, per la municipalizzata la linea è stata chiarissima: miglior servizio e minori costi. Grasso parla di “ricapitalizzazione della società” come punto di partenza per il risanamento ma non evidenzia l’entità delle cifre in ballo; ebbene, il comune dovrebbe immettere nelle casse di CSP circa quattro milioni di euro (nel caso migliore) per il biennio 2019/2020. Propone la “razionalizzazione dei servizi e dei relativi contratti” ma non spiega che tale (non giustificata) operazione costringerebbe il comune a nuovi esborsi a fronte di prestazioni sempre meno performanti.
Il piano inizialmente denominato impropriamente di “risanamento” poggia sostanzialmente sul l’aumento dei corrispettivi dei contratti, soldi che il comune dovrebbe versare nelle casse di CSP per i servizi (igiene urbana, cimiteri, segnaletica, ecc.) non ritenuti congrui.
Solo alla fine si ammette l’esigenza di “contenere i costi aziendali”.
Ricordiamo che l’affidamento diretto dei servizi locali di rilevanza economica “in house” è stato disposto in virtù dell’esigenza di ridurre proprio i costi da parte dell’Ente, cosi come sancito dalla relazione ex art. 34, c. 20 e 21, L. 221/222, approvata con deliberazione di C. C. n. 79/2016. Pertanto i compensi riconosciuti dall’Amministrazione Comunale di Civitavecchia alla società per la gestione dei servizi locali (CSP) devono rispettare il principio di economicità sopra riportato (art. 192 comma 2 del DLGS 50/2016).
In sostanza i consiglieri avrebbero dovuto votare un esborso di quattro milioni di euro, prendendosi la responsabilità di un danno erariale enorme ed a fronte di un piano di “risanamento” che si è rivelato essere solamente una rendicontazione economico finanziaria dell’azienda.
Sottolineiamo che le casse comunali sono già allo stremo, da qui a poco avremo un terremoto socio-economico, la famosa “FASE 2”, causa covid-19, richiederà sforzi economici enormi e funzionali alla ripresa dell’intera comunità. Il vicesindaco ne ha esposto egregiamente i catastrofici aspetti nell’ultima riunione di maggioranza.
A questo punto è utile porre l’attenzione su un servizio strategico per la municipalizzata: la raccolta dei rifiuti. Civitavecchia ha il costo/servizio annuo per abitante più alto del comprensorio, 270,00 € circa. Comuni come Fiumicino (82.000 abitanti) e Cerveteri si attestano su un costo/servizio annuo per abitante di circa 150,00 €. Il presidente Carbone ed il delegato Grasso pensano di poter chiedere altri soldi alla collettività? Per stessa ammissione di entrambi, solo per il servizio di igiene urbana, si parla di circa venticinque addetti non operativi e quindi improduttivi.
Per gli altri servizi la situazione è similare, dipendenti in esubero e scarsa qualità delle prestazioni erogate. Uno su tutti quello cimiteriale. Conosciamo bene l’abnegazione e l’impegno di tanti operai che ogni mattina vanno a lavorare in condizioni non ottimali. Gli stessi addetti, a più riprese, hanno esplicitato le enormi criticità lavorative.
Purtroppo, dobbiamo prendere atto che la società CSP r.l. si è rivelata, come più volte ribadito dal vicesindaco, la fotocopia della HCS (in liquidazione).
Gli scriventi sono per la tutela del lavoro e dei lavoratori non per alimentare macchinosi organigrammi pieni di forma e molto poco di sostanza.
A questo punto dopo un’attenta analisi cronologica degli eventi, comincia a delinearsi meglio la morfologia dei veri colpevoli circa l’assordante inerzia citata in premessa. I civitavecchiesi sono stanchi, ed in modo particolare in questo momento storico, di elargire i propri risparmi a chi ha evidentemente dimostrato negli anni, e continua a farlo, di non saper gestire i servizi pubblici essenziali in maniera morigerata.
Non vorremmo che qualcuno possa pensare candidamente di lanciare ultimatum e nascondere la mano.
POLO DEMOCRATICO
“Lista Tedesco” Mirko Cerrone
FORZA ITALIA
Roberto D’Ottavio