IL CAFFE’ FRA TECNOLOGIA E SOSTENIBILITA’.
LADISPOLI – E’ finalmente arrivato l’ultimo appuntamento con l’Accademia del caffè Deseo, il più atteso e temuto, quello dedicato alla sfida tra gli studenti che hanno manifestato maggiore interesse e partecipazione durante i 4 incontri con Angelo Sportelli tenuti nella sede dell’istituto alberghiero da dicembre a aprile di questo anno scolastico sul tema “Il caffè: tecnologia e sostenibilità”. In palio una borsa di studio per un corso gratuito di alta formazione specialistica presso la Deseo Academy e la consegna del Chicco d’oro da parte della fondazione Daniele Nica. Gli studenti dovevano produrre un progetto di bar ecocompatibile che tenesse presente i tre aspetti fondanti della sostenibilità: economico, sociale, ambientale. Il lavoro doveva essere illustrato attraverso slide in power point e presentato davanti alla giuria composta dalla professoressa Valeria Mollo, referente del progetto, da Riccardo Bucci, responsabile Deseo Academy e da Marcello Tondinelli proprietario dell’azienda Tondì e fondatore della Deseo. Arrivare al verdetto finale non è stato facile, data l’originalità e la fantasia dei lavori presentati, tanto che a sorpresa l’azienda ha deciso di assegnare ben 2 borse di studio ex aequo a Beatrice Catarci della 4sb e Elena Aulicino della 5sb, relatrici entusiaste e empatiche di progetti diversi per ambientazione e target, ma ugualmente affascinanti e convincenti. Beatrice ha immaginato l’ECOBAR, inserito nelle campagne del territorio di Ladispoli tra querce che favoriscono il contatto rigenerante con la natura di famiglie e studenti, alberi da frutta che alimentano la produzione di bevande e distillati, vigneti da cui ricavare vino biologico a km 0 e perfino una serra in cui tentare la coltivazione di caffè da trattare in barriques che siano state già precedentemente utilizzate per conservare il vino al fine di creare un caffè di nicchia con profumi e sentori veramente inconsueti e audaci. E se è necessario ricorrere a fornitori esterni, la scelta cadrà su prodotti la cui coltivazione non abbia impattato con l’ambiente né coi diritti umani. A completare il progetto, la scelta di autonomia energetica attraverso l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici e un impegno di divulgazione civile con percorsi didattici ed esperienziali naturalistici pensati per la clientela al fine di diffondere la cultura del green.
Di tutt’altro genere il progetto di Elena: il suo SUSTAINAB-AR è concepito per un contesto urbano, possibilmente vicino a uffici e attività lavorative che le consentano di sviluppare in modo sostenibile un intenso take away con contenitori e accessori compostabili, in un locale arredato con mobili e suppellettili di riciclo ma attrezzature moderne e innovative che esaltino la qualità dell’offerta, riducano gli sprechi e il consumo di energia, l’uso di materie prime rigorosamente controllate nelle tecniche ecologiche di coltivazione e nel rispetto dell’etica del lavoro e grande attenzione nel processo finale allo smaltimento differenziato di residui e rifiuti . Anche per Elena fondamentale è fare cultura della sostenibilità, nella convinzione che il cliente non vada necessariamente assecondato ma anche educato ad un rapporto corretto col consumo, perché formazione e informazione sono i due pilastri della sostenibilità. E proprio a quest’ultimo progetto – forse meno emozionale ma più concreto – è stato assegnato il Chicco d’oro che verrà consegnato il 23 maggio nella sede del Gran Bar Nazionale. “I miei complimenti a Elena e Beatrice – ha detto Marcello Tondinelli – che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco, di confrontarsi nella competizione mostrando motivazione e creatività e soprattutto passione civile e empatia, presupposti indispensabili al successo di iniziative di imprenditoria responsabile e rispettosa dell’uomo e dell’ambiente”. ” I due progetti vengono premiati – ha detto Riccardo Bucci – perché contengono tre elementi fondamentali: la scelta oculata degli strumenti, l’attenzione alla formazione del personale e all’informazione del cliente, poiché se non c’è interesse alla persona non si può essere sostenibili. Bisogna essere interessati, non solo interessanti, la proposta imprenditoriale moderna deve unire l’attrattività all’impegno civile, e Beatrice e Elena nonostante la giovane età sembrano già molto consapevoli e proiettate verso questa dimensione”.
VALERIA MOLLO