Di Majo: “Il porto ha bisogno dei fondi”
Lo ha detto il presidente dell’Adsp durante l’incontro con il ministro De Micheli. Si pensa ad un comparto logistico intorno a Tvn.
Crisi e rilancio del porto di Civitavecchia. Questo l’oggetto dell’incontro tenutosi ieri a Roma presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il Presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Francesco Maria di Majo ha incontro la Ministra Paola De Micheli alla quale ha fornito ulteriori dati che evidenziano il grave stato di crisi in cui versa il porto di Civitavecchia a causa del Covid-19 e del drastico calo del carbone della centrale dell’Enel, che rappresenta l’85% del traffico di merci solide del nostro scalo.
“Il porto di Civitavecchia è il porto che più ha bisogno di avere le risorse previste dai due fondi del Decreto Rilancio sia per i portuali e i concessionari sia per quanto concerne i diritti di porto e, quindi, le società di interesse economico generale che operano nello scalo. E questa singolarità l’ho ribadita alla Ministra che ha confermato l’attenzione per il porto di Roma”, precisa di Majo.
“Ho altresì nuovamente rimarcato – continua- che è necessario un adeguato supporto sia da parte del MIT che della Regione Lazio, allo sviluppo della componente commerciale affinchè il porto di Civitavecchia possa diventare effettivamente il porto della Capitale. A tale riguardo, oltre ai collegamenti infrastrutturali, ferroviari e stradali, rispetto ai quali siamo in attesa dei contributi statali, ho sottolineato l’importanza della realizzazione della Darsena Energetica Grandi Masse, a maggior ragione oggi che siamo in fase di dismissione della centrale dell’Enel. A tale riguardo, proprio mercoledì scorso ho incontrato l’Amministratore Unico di Enel Logistics S.r.l., Andrea Angelino e il Direttore Operativo, Stefano Pavan, ai quali ho espresso l’auspicio che Enel Logistics, come già fatto per i porti di La Spezia e Livorno, possa scegliere Civitavecchia per lo sviluppo di un comparto logistico intorno alla centrale di Torrevaldaliga. Tale progetto porterebbe, inoltre, il vantaggio della eventuale ricollocazione delle maestranze che oggi, in virtù dell’imminente phase out dal carbone, stanno rischiando il proprio posto di lavoro. Per questo, è mia intenzione coinvolgere, da subito, la Regione Lazio, il Comune di Civitavecchia, la Compagnia Portuale e le imprese coinvolte in questo processo. Come ha sottolineato recentemente Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai interporto quadrante Europa di Verona e numero uno di UIR – conclude di Majo – Civitavecchia è, infatti, il porto con il quale si stanno avviando stringenti sinergie a dimostrazione del fatto che il nostro scalo possiede tutte le condizioni infrastrutturali e soprattutto geografiche per essere, oltre che il primo porto crocieristico, anche uno dei più importanti porti commerciali della penisola”.