“In merito alle notizie uscite su alcuni quotidiani locali, relative alla diatriba tra CFFT e GTC, la Compagnia Portuale di Civitavecchia è tenuta a precisare quanto segue.
La paventata “ipotesi” concernente lo svolgimento del servizio in “autoproduzione” da parte di lavoratori della CPC è destituita di qualsiasi fondamento logico e giuridico. “I ben informati”, cui vengono attribuite le voci sul presunto coinvolgimento della Cooperativa, all’evidenza, non hanno la minima conoscenza della precipua normativa che regola le attività portuali, ed in particolare le operazioni eseguite dalla Compagnia Portuale stessa.
La CPC, infatti, è una cooperativa di lavoratori, autorizzata ex art. 17 comma 2 della L. n. 84/94, a somministrare manodopera alle imprese portuali che operano nello scalo ai sensi degli artt. 16 e 18 della stessa l. n. 84/94 e che ne facciano espressamente richiesta.
L’esecuzione delle operazioni portuali è specificamente disciplinata, inoltre, dal Decreto del commissario straordinario dell’Autorità Portuale n. 87/2016, nella fattispecie la Cooperativa, in qualità di “impresa somministratrice”, fornisce alle “imprese utilizzatrici” richiedenti (come già sottolineato autorizzate ex artt. 16 e 18) lavoratori qualificati ed altamente specializzati al fine di garantire la piena esecuzione di tutte le operazioni collegate al c.d. ciclo nave.
Nella qualità di impresa somministratrice la CPC, ai sensi delle disposizioni di cui al richiamato art. 17, comma 2, della l. n. 84/94, non può svolgere alcun servizio in autoproduzione: i soci-lavoratori della CPC si limitano a mettere a disposizione delle citate imprese utilizzatrici, che in tale veste rappresentano a tutti gli effetti il “datore di lavoro”, le proprie prestazioni professionali.
Va poi sottolineato che la Compagnia, da oltre vent’anni, forma il proprio personale alla guida delle gru portuali, in collaborazione prima direttamente con l’Autorità Portuale e poi con la G.T.C. Gestione Terminals Civitavecchia s.r.l..
Per quanto concerne lo svolgimento di uno “stage” presso il porto di Anversa, occorre precisare che, ad oggi, nessun lavoratore della CPC si è recato presso lo scalo belga.
Il periodo di addestramento presso il porto di Anversa, uno degli scali più importanti e all’avanguardia al mondo, che probabilmente sarà avviato nei prossimi mesi, d’altronde, rappresenterebbe per la Cooperativa e per i suoi uomini la logica prosecuzione del percorso formativo avviato da tempo, indirizzato a formare personale altamente specializzato, in grado di operare in tutti i porti europei, obiettivo da sempre perseguito dal nostro Presidente.
Alla luce delle considerazioni svolte, appare evidente che la CPC non ha nulla a che vedere con la querelle tra CFFT e GTC, imprese portuali le cui dinamiche commerciali, economiche e societarie non devono né possono inficiare l’operato della Compagnia Portuale.
Da ultimo rappresentiamo che la Compagnia, nei suoi 121 anni di storia, non ha mai abbandonato alcun lavoratore del porto e si è sempre fatta trovare pronta e disponibile a dare il proprio indefettibile contributo in ogni situazione di crisi occupazionale. La CPC lo ha sempre fatto e sempre lo farà, a tutela dei propri soci e di ogni lavoratore impiegato nel nostro porto. “