Differenziata, esplode la polemica
Opposizione sul piede di guerra e raccolta firme online. Ma il vicesindaco Massimiliano Grasso rassicura sull’indirizzo dell’amministrazione: “Nessun passo indietro, ma così non è sostenibile”.
CIVITAVECCHIA – Fa discutere la delibera di giovedì scorso con cui la Giunta ribadisce la strada già segnata dal consiglio a dicembre e sollecita il cda di Civitavecchia Servizi Pubblici alla redazione del “piano di ristrutturazione” che nell’arco dei prossimi due esercizi possa portare all’equilibrio economico finanziario. Diversi i punti toccati ma quello che ha scatenato le polemiche e portato anche ad una raccolta firme online sostenuta in modo particolare dagli ex ammistratori grillini, è il passaggio nella zona 2 alla raccolta differenziata stradale, così come già anticipato in campagna elettorale dalla coalizione del sindaco Tedesco. M5S, ambientalisti, partiti di centrosinistra son intervenuti a difesa del porta a porta, così come sta avvenendo da circa un anno. C’è chi si dice preoccupato per i risvolti occupazionali, chi per il decoro urbano, chi ne invoca l’attuazione anche per la zona 1 e chi chiede il ritiro della delibera o le dimissioni della giunta. «Un preoccupante ritorno al passato» gridano. «Nessun passo indietro – ha spiegato l’assessore alle partecipate Massimiliano Grasso – ma così il servizio è insostenibile. L’estensione del porta a porta, in tempi strettissimi e così come organizzata, come aveva confermato anche il precedente manager De Leva, è stata di fatto la goccia che ha fatto traboccare il vaso per la società». Perché oggi questa scelta e non da subito? «Fino a giugno – ha ricordato Grasso – siamo vincolati con la Città metropolitana, non potendo quindi operare alcuna modifica sostanziale al progetto originario. Nel frattempo stiamo lavorando per individuare l’ipotesi migliore da attuare per la differenziata su sede stradale, partendo appunto dalla periferia: ci sono zone dove è davvero antieconomico. Gli operatori devono percorrere chilometri per ritirare pochi mastelli o carrellati». In quest’ultimo caso per gli utenti cambierebbe poco, visto che già avviene un conferimento di prossimità. Niente vecchi cassonetti, comunque, ma isole a scomparsa, ecostazioni o cassonetti intelligenti con apertura tramite tessera o dispositivi simili «per poter così arrivare – ha aggiunto il vicesindaco – alla tariffa puntuale oggi impossibile da attuare». Con la stessa delibera, inoltre, la giunta dà mandato al Sindaco di raccomandare in sede di assemblea una politica di riduzione dei costi: non si parla solo di consulenze ma anche di quello degli interinali: 51 al momento quelli impiegati. In questo caso il risparmio si aggirerebbe attorno a 1,5 milioni, «con benefici sulla Tari futura – ha sottolineato Grasso – e la sua effettiva riduzione». Altri 300mila euro circa, tra il 2020 e il 2021, potrebbero essere risparmiati agevolando o anticipando la cessazione dei rapporti di lavoro prossimi al pensionamento. Il tutto accompagnato da una riorganizzazione del personale in modo efficiente, specie per quanto riguarda i costi indiretti.