Il vicesindaco rassicura sul porta a porta e, numeri alla mano, parla dei correttivi necessari: “C’è un grande lavoro da fare partendo dalla raccolta differenziata i cui costi sono fuori controllo”
CIVITAVECCHIA – «Nessuno vuole tornare indietro sulla differenziata ma vanno applicati correttivi sostanziali per evitare che Csp si trasformi in una Hcs due». Lo ha detto il vicesindaco Massimiliano Grasso nel corso del consiglio comunale di mercoledì in risposta agli interventi dei pentastellati. Un botta e risposta che va avanti ormai da giorni, sin dall’annuncio da parte dell’amministrazione comunale della forte perdita sul servizio porta a porta (si parla di oltre un milione di euro) che ha costretto Palazzo del Pincio a studiare provvedimenti seri da mettere in atto per impedire che la situazione degeneri ulteriormente andando a pesare sulle tasche dei cittadini perché, come ha ricordato proprio Grasso, «i maggiori costi sull’igiene urbana per legge vanno ribaltati sulla Tari, altro che risanamento: stiamo andando incontro ad un disastro. Oggi – ha tuonato – sono gli amministratori della società a far parlare i numeri. La Csp, per quanto riguarda la sola differenziata, sulla previsione a budget per il 2019 aveva già una perdita di 195mila euro recependo le direttive impartite da Cozzolino». Per quanto riguarda invece l’organico si parlava di 96 lavoratori a disposizione da impiegare per il porta a porta. Sulla proiezione al 31 dicembre 2019, invece, «secondo la società – ha aggiunto Grasso – c’è la necessità di 108 dipendenti (45 autisti di cui 24 interinali e 63 addetti alla raccolta, di cui 27 interinali) e oltre a questo esercito di persone è stato necessario formare una squadra di pronto intervento per il decoro urbano. La proiezione della perdita sul servizio porta a porta, sempre al 31 dicembre 2019, è di oltre un milione di euro se non si interviene». Da qui il bisogno di applicare correttivi ovviamente, promette Grasso, solo dopo aver opportunamente informato la città. «Innanzitutto – ha detto – si andrà a ridurre l’organico limitando il ricorso agli interinali. Sarà poi eliminata, come già anticipato, la raccolta domenicale andando a sostituire uno dei tre giorni dell’umido con la plastica e comunque attivando una sorta di isola ecologica itinerante nello stesso giorno per consentire comunque, in caso di necessità, di conferire l’umido. Parliamo di utenze domestiche». Per le zone più periferiche anziché le rastrelliere si sta pensando di installare dei carrellati. Ci sarà poi un ridimensionamento degli orari di lavoro per ridurre i costi e una riduzione del sovrapprezzo notturno. Per il mercato al momento la differenziata resta così com’è. «Questi sono i primi correttivi, poi si andrà a discutere anche con Città metropolitana – ha continuato Grasso – su modifiche più sostanziali al progetto». Grazie a queste prime mosse ci sarà un recupero significativo sulla perdita, parliamo di circa la metà. Per Grasso sarà necessario anche andare a fare delle verifiche sul cda e sugli emolumenti perché, ad esempio, De Leva è stato preso come amministratore unico con un compenso di 60mila euro l’anno, con il cda si è passati a ben 230mila. Cifre a cui vanno ad aggiungersi le spese a sei zeri delle procedure dei vari concordati di Hcs. Inoltre con l’attuale cda i rimborsi spese medi si aggirano sui 5mila euro al mese. «È chiaro che – ha sottolineato Grasso – questi costi andrebbero ad abbassarsi già, ad esempio, assumendo professionisti locali che non necessitano di viaggiare. Questo è un primo passo per arrivare ad una ristrutturazione aziendale. Csp – ha specificato – anche nella sua organizzazione lascia a desiderare. Parliamo infatti di 400 dipendenti con un dirigente, un quadro e un cda. Manca una linea di dirigenti e di responsabili di servizio. C’è un problema di organizzazione di fondo e bisognerà intervenire anche su questo per rendere l’azienda più efficiente. Sicuramente – ha concluso il vicesindaco – c’è un grande lavoro da fare partendo dalla raccolta differenziata i cui costi sono fuori controllo».