Michela è una donna decisamente intelligente e capace sul lavoro, è laureata e riveste un ruolo di responsabilità e comando per l’azienda per cui lavora. Sin da piccola è stata educata dal padre ad essere brava, educata, responsabile, a produrre risultati negli studi e nello sport e dalla madre ad essere buona, disponibile, sensibile verso gli altri e a prendersi cura della casa, del proprio uomo e a tenere tutto sotto controllo. Michela, però, oggi è stanca e stressata, manifesta i sintomi dell’ansia come nervosismo, stanchezza, sonno leggero e disturbato, affanno, mal di testa e allo stomaco, ipersensibilità, paure, attacchi di rabbia, ecc.. Oggi si interroga se tutto quello che fa per l’azienda, per il suo uomo, per le amiche e per i parenti non sia un programma mentale, uno schema educativo condizionato, un’abitudine. I conti non le tornano più! È questo un momento difficile e di sofferenza ma anche una opportunità di capire finalmente chi è lei veramente e ristrutturare la sua esistenza in funzione di se stessa piuttosto che in funzione di un modello culturale e familiare appreso durante la crescita. Michela si sta accorgendo di non avere più tempo libero e spazi per sé e di non stimare né i colleghi né il suo uomo né i suoi parenti. Si sta accorgendo che tutta la sua vita è stata incentrata sulle aspettative degli altri nei suoi riguardi e non su ciò che lei ama fare. Anzi, Michela non sa cosa le piace e non è sicura di ciò che pensa di amare. D’altronde tutte le sue scelte e le decisioni sono state condizionate e imposte dagli altri sin da piccola. Ma oggi inizia a rendersi conto che non ne vale proprio la pena di vivere una vita che non le appartiene e che forse è arrivato il momento di iniziare a dire di no, a tagliare i ponti col passato e a deludere le aspettative degli altri per andarsi a prendere la propria soddisfazione e felicità di essere nati al mondo. Fino a questo momento ha sempre pensato che occuparsi degli altri, essere disponibile e risolvere i problemi di tutti gestendo la vita delle persone fosse normale e corretto, ha sempre pensato che questo era quello che lei doveva e voleva fare. La vita affettiva e sociale di Michela è stata sempre turbolenta, conflittuale e a volte anche violenta, ma lei ha combattuto sempre fino ad oggi che si trova senza forze, con ansia e tristezza nel cuore. Persone come lei arrivano a pensare di essere sfortunate in amore, di incontrare sempre persone sbagliate e di avere delle colpe da espiare risalenti a qualche vita passata. Ma Carl Gustav Jung, padre della psicanalisi, scrive: “Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”. Ora è arrivato il momento per questa donna di prendere coscienza di sé, di conoscersi meglio e di ristrutturare il proprio atteggiamento verso gli altri e di cambiare stile di vita. É questo un momento magico, quel momento in cui una persona muore a se stessa e rinasce facendo nuove tutte le cose! Non sempre ciò che è giusto fare è anche buono e sano! D’altronde anche il maestro Gesù promise di distruggere il tempio per riedificarlo ex novo. La nostra vita procede per fasi, è un processo continuo di trasformazioni bio-psico-fisiologhe e a noi non rimane che cavalcare il tempo e lo spazio di cui facciamo temporaneamente parte per compiere questa trasformazione, questa maturazione di noi stessi in persone sempre più evolute e realizzate.
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