Diversità o uguaglianza? – A cura del dott. Alessandro Spampinato
Sin dalla notte dei tempi l’uomo ha cercato di ordinare la vita sociale attraverso la giurisprudenza, la politica, l’economia, la cultura, la scienza. L’uomo ha inventato modelli filosofici e religiosi per normare le relazioni, dargli un senso e una forma. Anche nei confronti della natura si è intervenuti per domarla e piegarla alla nostra volontà e alle nostre esigenze. L’uomo è un mirabile ingegnere, un architetto, un operaio e un pensatore. La sua attitudine è quella di mettere ordine nel caos. Sempre più controllo e tecnologia per costruire, edificare, dare forma trasformando gli elementi e la materia seguendo un’immagine, una rappresentazione mentale, un modello di ordine sociale, di gestione e amministrazione collettiva. Oggi siamo quasi all’apice di questo processo poiché si parla di globalizzazione e di nuovo ordine mondiale. L’idea di fondo è azzerare le differenze di razza, di lingua, di cultura e di stili di vita per fondare una volta per tutte un governo del mondo unito da un’unica fede, un’unica moneta, un’unica legge. Ma potrebbe anche essere che queste mire universalistiche dell’uomo provengano non dalla sapienza ma dall’ignoranza, non dalla verità ma dall’arroganza. Questi visionari ricchi e potenti che muovono verso un progetto così grandioso potrebbero aver fatto i conti senza l’oste! Si può pensare all’umanità tutta come ad un singolo individuo. Gli economisti e gli statisti lo sanno bene, come anche i sociologi e gli psicologi. La collettività si muove secondo dinamiche che ognuno di noi mette in atto nella sua vita a livello personale. Pensiamo ai rapporti affettivi. Due persone si conoscono e iniziano a piacersi, si cercano, si rincorrono, si appassionano. Danno il meglio di sé per creare l’unione tra loro. Cresce l’entusiasmo, i due si avvicinano l’un l’altro sempre di più fino al momento in cui l’amore si fa prepotente e domina la scena della loro vita. A questo punto qualcosa cambia. Quello che era un idillio di sensi, un vortice di passione e bellezza diventa il fondamento per la costruzione, l’ordinamento, la gestione del rapporto. I modelli mentali di coppia e di matrimonio entrano in gioco e i due innamorati iniziano a sognare, a produrre immagini. Una casa ben arredata, dei figli, un cane e le feste con amici e i pranzi con i parenti. Qualcuno potrebbe metterci anche percorsi spirituali per sacralizzare questa famiglia, questa unione. E poi? Che succede? Lo scontro con la realtà spesso è violento! I due iniziano a vedersi per quello che sono, due individui diversi, che hanno un percorso di vita diverso, abitudini e caratteri diversi. La casa e l’arredamento che avevano creato nelle loro menti non combaciano, uno vuole il cane l’altro no, uno è a dieta l’altro mangia troppo e di tutto, i parenti sono ostili e antipatici, gli amici delle minacce. Uno crede in Dio l’altro è buddista. A questo punto iniziano i conflitti per l’affermazione sull’altro della propria volontà e visione del mondo e della vita. Nervosismo, chiusura, litigi, freddezze, punizioni, manipolazioni mentali e ricatti affettivi rapiscono la scena fino a che il rapporto si logora a tal punto che i due si riconoscono come estranei, diversi e incompatibili. Ecco la fine, la separazione, il divorzio. In questi casi neanche i figli e il cane, neanche Dio possono fare nulla, possono fermare l’inesorabile crollo. A volte la cosa funziona e la famiglia regge al confronto con la realtà, ma i dati statistici sociologici e dei tribunali sulla tenuta della famiglia oggi sono sempre più allarmanti. Come si può pensare di ordinare e gestire univocamente la complessità? Come si può razionalizzare l’irrazionale? O come diceva il buon Lucio Battisti: “come può uno scoglio arginare il mare?”. Se non si riesce con due persone addirittura innamorate come si può riuscire con 8 miliardi di persone totalmente diverse e che non si conoscono? Con 196 Stati distribuiti in 7 continenti in cui si parlano quasi 6.000 lingue diverse e si praticano più di 30 religioni maggiori riconosciute più quasi 30 mila culti, filosofie e sette minori? Solo la follia di qualche arrogante può pensare di costruire una torre di Babele di tale portata il cui esito è ragionevolmente quello di produrre il caos dall’ordine. E’, invece, sempre più urgente un ritorno alla normalità e a se stessi nella propria unicità, rispettando e investendo sulla diversità. La scienza e l’intelligenza senza sapienza sono armi di distruzione individuale e di massa! Nella vita, invece di cercare di domare i venti, è più saggio costruire vele e lasciarsi portare.