“Il Pd, o una parte di esso, che fa quadrato attorno al presidente dell’autorità portuale Francesco Di Majo, mostra solo una difesa d’ufficio che non tiene in alcuna considerazione il diritto della città a vedere nel porto un perno del suo sviluppo. Riteniamo perciò ogni intervento in tal senso fuori luogo, soprattutto perché irrispettoso dei lavoratori che stanno conoscendo la difficoltà nel prendere lo stipendio in ambito portuale, ma anche di quelli che sono stati letteralmente circondati all’interno dello stesso ente. Mi soffermo su quest’ultimo punto solo per sottolineare come la valorizzazione delle professionalità è stata un ingrediente fondamentale dei successi degli ultimi decenni e che l’isolamento nei loro confronti, non avendo alcun motivo, non è difendibile.
Anzi, sorprende la debolezza di un Presidente dell’Autorità che si lascia andare a delle azioni politicamente e sopratutto nel merito sconsiderate.
Tralasciando quindi il discorso sulla tutela di queste professionalità, e su aspetti che quindi contribuiscono a dare l’idea di una gestione molto interessata a certi suoi equilibri politici e per niente al benessere del territorio, è inevitabile a questo punto tracciare un giudizio sui ciò che la città ha davanti agli occhi: i numeri purtroppo sono impietosi , il flop continuo dei traffici container, l’opportunità mancata di uno sviluppo con l’Interporto e tanti altri fattori che sono finiti sulle cronache degli ultimi tempi lo dimostrano. I soldi pubblici del sistema portuale devono essere spesi affinché restituiscano traffici. E quindi per migliorare i servizi e valorizzare le aziende del territorio e le loro specificità, non per estrometterle dalle commesse ma per creare lavoro sostenibile. Perché altrimenti non si produce benessere, ma solo problemi per le famiglie.
Noi vogliamo che il presidente cambi decisamente rotta, andando a disinnescare quelle tensioni che ormai nascono ovunque nel porto e nel suo indotto. E lo dice chi ha avuto parole di forte critica nei confronti del suo predecessore, perché riteneva che un manager dovesse interessarsi degli aspetti tecnici e non della politica. Ma qui il peggioramento si vede: almeno allora, caro presidente Di Majo, le imprese lavoravano e non c’erano, anzi non venivano create, tensioni sociali”.
Lo ha dichiarato Roberto D’Ottavio – Forza Italia