Alla fine la decisione è arrivata a pochi giorni dalle festività: prenotazioni annullate e derrate da buttare.
L’Italia sarà zona rossa per le feste. Alla fine la tanto attesa decisione, dopo giorni di incertezza, è arrivata. Si passerà dalla zona rossa nei giorni festivi e prefestivi (24-25-26-27 dicembre, 31 dicembre, 1-3 e 5-6 gennaio), a quella arancione nei giorni feriali (28-29-30 dicembre e 4 gennaio). A pagare il prezzo più salato sono i ristoratori. Saranno infatti consentite solamente le attività di asporto e di consegna a domicilio dal 24 al 7.
Sostanzialmente, ascoltando i pareri di alcuni dei ristoratori cittadini, non si mette in dubbio la necessità di queste nuove misure ma si critica fortemente il tempismo e il tentennamento delle ultime settimane. È il caso, ad esempio, di “Estro” che aveva la sala al completo per il 25 e 32 prenotazioni per il 26 «l’asporto – spiegano – può darci una mano ma non compenserà mai gli incassi che perderemo da qui al 6 gennaio». Discorso simile per il “Delfino”, sala al completo e derrate che andranno sprecate o quasi. «La spesa era fatta – dicono – e ci eravamo organizzati, purtroppo ci è stata data questa sentenza e ci adeguiamo». Stessa situazione per “La luna sul cucchiaio”. «Come molti nostri colleghi – sottolineano dal ristorante – avevamo già iniziato a portarci avanti con i menù. Parliamo di prenotazioni, ordini, derrate alimentari e preparazioni varie. Sarebbe bastato dirlo per tempo visto che ci siamo ridotti, praticamente, a tre giorni prima. Circa il 20% degli incassi annuali di un ristorante vengono fatti sotto questo periodo». Anche al Glamour pranzi e prenotazioni annullate. «Un’altra mazzata – dicono dall’esercizio – a fronte di un ristoro del tutto insufficiente». Al Factory la situazione non cambia: «Avremmo aperto come lo scorso anno – dicono – quasi tutti i giorni e ci aspettavamo un buon incasso visto il buon risultato dello scorso anno dal 23 dicembre al 6 gennaio». Meglio per pizzerie e paninoteche che sarebbero state chiuse, come ad esempio il “Red carpet” che esprime la «massima solidarietà ai colleghi. Il Governo deve capire che senza programmazione non possiamo lavorare. Le cose vanno dette e fatte per tempo».
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