Sì alla riduzione delle bollette e ad altre misure di ristorno per i residenti in aree sottoposte a emissioni inquinanti. Questo il tenore della richiesta comune dei Sindaci delle città sede di centrali a carbone, contenuta in una lettera rivolta al premier Giorgia Meloni e al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
La missiva, è frutto dell’iniziativa del Sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, che l’ha condivisa con i colleghi dei vari territori d’Italia interessati da impianti di produzione di energia elettrica da carbone, in un lavoro che si è articolato nelle ultime settimane. Firmato dai Sindaci dei Comuni di Sassari (Gian Vittorio Campus), Brindisi (Riccardo Rossi), La Spezia (Pierluigi Peracchini), Monfalcone (Anna Maria Cisint), Civitavecchia (Ernesto Tedesco) e Portoscuso (Ignazio Salvatore Atzori), il documento fa esplicito riferimento ai “noti … disagi e le ripercussioni che questi impianti determinano per la popolazione e i territori interessati. Anche l’applicazione delle più aggiornate misure tecnologiche di mitigazione riducono solo in parte le conseguenze dovute alla manipolazione, allo stoccaggio e all’impiego del carbone di ordine ambientale, sanitario, urbanistico e sociale”.
Con la crisi energetica, tuttavia, “le scriventi Amministrazioni Comunali che avevano già impostato una graduale uscita o quantomeno un ridimensionamento dalle conseguenze dovute a questi insediamenti, devono ora fare i conti con questa nuova condizione ed è comprensibile l’amarezza e l’esasperazione delle nostre comunità che hanno conosciuto per lunghi periodi gli effetti dannosi che accompagnano, più di ogni altra, questa tipologia di combustibile fossile”.
“La ripresa della più ampia produzione energetica a carbone nelle nostre centrali, assieme al rinnovarsi delle conseguenze nocive, mette a rischio un patrimonio fondamentale rappresentato dall’affidabilità, dall’apprezzamento e dalla credibilità della popolazione verso i sindaci e le amministrazioni comunali coinvolte e di conseguenza mina sostanzialmente la fiducia dei cittadini verso lo Stato”, continuano i primi cittadini.
“Diventa, pertanto, impegno comune quello di affrontare la questione delle azioni di ristorno e compensazione che possano riguardare in particolare la riduzione delle bollette energetiche per i residenti nella giusta considerazione che la maggior produzione delle centrali a carbone è legata a un interesse di carattere nazionale e generale che non può diventare un fattore di maggiore penalizzazione per alcuni territori, come i nostri, che si trovano ad essere gravati dalle relative pesanti conseguenze di carattere ambientale e sanitario. Peraltro, si tratta di conformarsi a una linea che lo Stato prevede di perseguire anche nelle altre situazioni per nuovi insediamenti come per i rigassificatori”.
Di qui la richiesta di un incontro col Governo “nel quadro di una concertazione che coinvolga stabilmente gli enti locali interessati nelle scelte dei relativi impianti”.