Epicondilite ed Epitrocleite (1^parte)

Epicondilite: L’epicondilite rappresenta la più frequente forma di tendinopatia del gomito, che interessa l’inserzione prossimale dei muscoli epicondiloidei (denominati così per l’origine dall’epicondilo omerale) che coinvolge:

  • In primo luogo l’estensore radiale breve del capo
  • Meno frequentemente l’estensore comune delle dita e l’estensore radiale lungo del carpo
  • Raramente l’estensore ulnare del carpo.

La patologia si manifesta in un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, con una distribuzione omogenea tra maschi e femmine.

Anatomia patologica:
Il tendine presenta un colorito grigiastro ed appare di aspetto omogeneo ed edematoso, simile ad un tessuto cicatriziale. Possono essere presenti fenomeni di infiammazione nella fase acuta, molto più rara durante la fase cronica. In prossimità della giunzione osteo-tendinea, soprattutto nelle epicondiliti di origine traumatica, possono essere presenti calcificazioni.

Quadro clinico
Il quadro clinico è dominato dal dolore, localizzato all’epicondilo omerale con tendenza ad irradiarsi lungo il margine radiale dell’avambraccio. La sintomatologia ha intensità variabile, alle volte talmente tanto intensificata da impedire classici movimenti di presa con la mano o di torsione dell’avambraccio. Il dolore è evocato dalla palpazione diretta dell’epicondilo e dai movimenti in estensione del polso contro resistenza.

La radiografia serve per escludere patologie osteo-articolari, mentre si fa eseguire un elettromiografia nei casi in cui si sospetti una compressione del nervo interosseo. Il quadro clinico tipico dell’epicondilite può essere prodotto anche da patologie tipiche dell’articolazione omero-radiale, in particolar modo da pliche sinoviali localizzate tra il condilo omerale e il capitello radiale.

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