Domande inevase al Comune su rifiuti, acqua, lavori pubblici e altro.
Le settimane passano e la città mette nel mirino l’ultimo anno di amministrazione comunale. Chissà se il giudizio attuale, da disastroso, possa trasformarsi in qualcosa di meglio… Difficile però che maturi sotto al solleone. Allora, sempre tenendo d’occhio il calendario, alcune domande è il caso di porsele un po’ in anticipo.
Primo punto, rifiuti e dintorni: a fronte di bollette che sono praticamente al massimo livello storico, è troppa grazia chiedere a lorsignori inquilini di palazzo del Pincio un minimo di decoro? Che cioè vengano svuotati i cassonetti e ripulite le strade una volta al giorno, come accade persino nelle città che poi finiscono nei titoli dei tg perché sporche?
Carenza idrica: non è che tra qualche settimana leggeremo che se dai rubinetti non cade una goccia d’acqua non è più colpa di chi c’era prima, ma di chi ci sarà dopo?
Lavori pubblici: abbiamo ancora nelle orecchie le fastidiose lamentele dell’assessore Ceccarelli circa il fatto che il consiglio comunale sul bilancio era stato rinviato di due settimane per mancanza del numero legale sottolineata da quelle cattivone delle opposizioni. Attestato che il bilancio è stato poi approvato e sono passati due mesi, per assistere alla salvifica operazione di rifacimento dell’intera rete stradale della città che il 5 stelle ha promesso, quanto dovremo aspettare? Mica per niente: arriva luglio e tutto si ferma, arrivederci a settembre ma ci vuole tempo perché si parta, poi ecco Natale… “Buchiamo” l’appuntamento?
Ultima: Forno crematorio. L’unica vera “opera pubblica” della giunta Cozzolino. È possibile che se uno passa a miglior vita a Viterbo e decida per quel rito, abbia uno sconto sul prezzo come residente e a Civitavecchia invece l’unico vantaggio sia la gratuità dello spargimento delle ceneri? Sempre che qualcuno, poi, le ceneri le spazzi… ma quello è un altro discorso.