Non basta dire Extravergined'oliva

Moraiolo, Tonda Iblea, Frantoio, Casaliva e Itrana. La cultivar autoctona della provincia di Latina è stata protagonista della giornata di informazione e degustazione che la Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori ha dedicato al riconoscimento dell’EVOO, attraverso la conoscenza delle varietà olivicole di maggior pregio, tipiche di alcune delle zone più vocate d’Italia, ossia Umbria, Sicilia, Toscana e Trentino Alto Adige.

L’iniziativa – Non basta dire Extravergine d’oliva – si è avvalsa della collaborazione dell’Associazione Centro Assaggiatori Produzioni Olivicole Latina e si è svolta sabato 24 Febbraio presso la sede FISAR di Milano. Sono state illustrate le tecniche di coltivazione e il metodo ufficiale di analisi sensoriale, esaminate le proprietà organolettiche e nutrizionali e il rapporto con la salute umana, con successive prove pratiche di assaggio e consegna degli attestati di partecipazione.

“Educare il palato della persona a riconoscere pregi e difetti di un olio extravergine di oliva significa contribuire ad insegnare al consumatore a distinguere un prodotto di qualità da uno qualsiasi degli oli commerciali che si trovano abitualmente sugli scaffali del supermercato, effettuando una scelta consapevole, possibilmente la migliore” – spiega Luigi Centauri, Presidente e Capo Panel CAPOL, presente all’incontro nelle vesti di relatore ed assaggiatore.

Il confronto con altri grandi oleo-campioni italiani, che caratterizzano le principali D.O.P. olearie del nostro Paese, ha esaltato le caratteristiche dell’oliva Itrana, che nel panorama nazionale di settore rappresenta un unicum, per la sua duplice attitudine nella triplice variante a due D.O.P. (olio extravergine d’oliva Itrana D.O.P. Colline Pontine e Oliva Itrana Gaeta D.O.P. da tavola), senza dimenticare l’altra oliva da mensa Itrana Bianca.

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