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Mario Calderone, invece che andare a letto anche lui, torna nelle camerette, ove le bambine alle quali aveva appena augurato la buona notte, sono oramai tranquillamente nelle braccia del primo sonno. Forse dopo aver premeditato l’imminente strage, visto che poi vengono ritrovati su di un tavolo della camera da pranzo, due bigliettini, dove l’uomo, nel narrare velocemente la storia della sua famiglia, scrive di avere deciso di farla finita e che non può lasciare a questo modo infame ed insensibile le figlie, asserendo tra l’altro che “questo mondo ci rifiuta” e pertanto di aver deciso, di portarle via con se.
Torna dalle bambine, ma questa volta armato di uno di quei grossi coltelli da pesca di cui lui era anche collezionista ed inizia la mattanza: in tutto, saranno inferte quasi 100 pugnalate.
Mario Calderone, in preda al raptus, inizia a colpire i corpi delle proprie figliolette, con una miriade di fendenti, dei quali, dalle successive perizie, sembrerebbe che solo la più piccolina, Martina, non si sarebbe accorta di nulla ed uccisa nel sonno. Mentre Pamela, che ha ricevuto ben 50 coltellate, avrebbe tentato di sottrarsi alla furia omicida del padre, correndo verso la finestra, cercando di chiedere aiuto, ed un’impronta di sangue sul davanzale, avrebbe dimostrato che anche Viviana, si era svegliata ed avrebbe tentato di difendersi vanamente, dal mostro.
A proposito di quanto accaduto quella notte, alcuni vicini avrebbero riferito di non avere udito nulla, mentre uno di essi, di aver sentito le grida strazianti di una delle bambine, che imploravano il padre, urlando, “non lo fare”.
La furia omicida, si consuma in pochi attimi, è una tempesta di colpi, il sangue delle povere bambine, è su tutte le pareti, sui letti ed in ogni angolo delle loro camerette.
Ma, Calderone, non ha ancora terminato il suo massacro. Ancora non soddisfatto, quasi volesse ripulire tutto, appicca il fuoco ai materassi ed in pochi attimi, le fiamme avvolgono velocemente le stanzette, avviluppando i corpi già massacrati ed ormai inermi delle bambine, mentre un fumo nero ed acre, inizia a fuoriuscire dalle finestre, i cui avvolgibili, avevano oramai preso fuoco anch’essi.
Alcuni vicini di casa, si accorgono del fumo e delle fiamme, ignari tuttavia di quanto era appena accaduto, sfondano la porta ed appena entrati nell’alloggio, trovano Mario Calderone, che aveva tentato il suicidio, o fatto credere ciò, in quanto procuratosi solo lievi ferite col coltello, nella cucina dell’appartamento, privo di sensi e lo trascinano fuori.
Mentre le stesse persone intervenute, non riescono ad entrare nelle altre stanze della tragedia, nelle quali si trovavano i cadaveri delle ragazze e dove oramai le fiamme ed il fumo, avevano avvolto tutto il resto degli ambienti, divenendo violente ed impenetrabili e dove i vigili del fuoco intervenuti, facendosi largo a stento nel rogo, non poterono far altro, che rinvenire e recuperare i tre corpicini oramai carbonizzati.
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