“Una delle prime cose che la politica ci ha insegnato è quella di ascoltare la voce che viene dalle coscienze di chi ha affidato ad altri le proprie speranze ed il proprio futuro.

Notiamo, però, che questa pratica ultimamente ha subito da parte dei partiti una contrazione che ha indotto la gente inascoltata a seguire percorsi di contestazione che hanno dato vita a movimenti improvvisati che hanno raccolto l’insoddisfazione che ha trovato in certi personaggi un nuovo punto di speranza e di nuova luce, almeno si dice.

Questo è un po quello che è successo anche a Civitavecchia quattro anni fa, ma ci chiediamo quanto ancora la cittadinanza sia legata a questo percorso di speranza, che ha visto e vede come capo conduttore il Sindaco Antonio Cozzolino ed il suo Movimento cinque Stelle.

Oggi, a conti fatti e perché nessuno è fesso, qualcosa sta cambiando nell’opinione pubblica perché in questi quattro anni nulla è cambiato e nulla di nuovo si profila all’orizzonte, nulla che i cittadini possano contemplare e ricondurre al lavoro di chi si era spellato mani e lingua in proclami di cambiamento contro un sistema, a loro dire, logoro, inefficiente e corrotto.

Come più volte abbiamo avuto modo di rappresentare, le persone vorrebbero vedere nella città quell’impronta di cambiamento iniziale che deve obbligatoriamente passare per la quotidianità.

Sarebbe bastato iniziare a lavorarci su quattro anni fa.

Ci accorgiamo che a volte è meglio parlare con chi non ti ascolta che con chi non ti capisce ed il dramma a Cinque Stelle è che non hanno mai voluto capire né tantomeno ascoltare, tanto che oggi la città appare nella sua totalità intristita e stinta.

Nulla sul piano occupazionale, nulla sul Commercio di vicinato, nulla sui servizi, nulla sulla difesa della salute, dell’ambiente, delle classi sociali deboli, del territorio, della viabilità, dell’idrico.

Manca poco più di un anno alla scadenza del mandato elettorale che Civitavecchia aveva speranzosamente affidato a Cozzolino che  non riuscirà, forse per inadeguatezza, neanche a posare in opera una sola betonella di un misero, ma utile, marciapiede. E allora ci chiediamo dove siano finite le promesse che, legate alla speranze della gente, volevano determinare il cambiamento o ripartire dall’anno zero.

Anche esse sono finite nel nulla e nel buio più totale dell’inefficienza e dell’incompetenza generale di un gruppo di persone che pensava di cogliere e trasformare in fatti le lagnanze ed i sogni degli elettori.

I proclami però continuano. Tra un po arriverà Acea, si sistemeranno i parchi cittadini e forse partirà il Forno Crematorio. Probabilmente miglioreranno persino i servizi prestati da Civitavecchia Servizi Pubblici. Per il momento continuiamo ad attendere il minimo sindacale che al quarto anno di amministrazione stenta ancora ad arrivare”.

Lo hanno comunicato  Mirko Mecozzi, Claudia Feuli

 

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