“Ho preso visione delle dichiarazioni del capogruppo del Movimento Cinque Stelle La Rosa che, tra gli altri oggetti della sua querelle, tira in campo anche il comitato contro il forno crematorio e la mia persona. Voglio essere chiaro: per l’ennesima volta, il consiglio comunale, che noi abbiamo visto sempre come interlocutore e non nemico, ha avuto la possibilità di fare proprio il referendum e non lo ha fatto. Credo che compito di chi rappresenta le istituzioni sia quello di favorire la democrazia, non di ostacolarla. Se il vulnus, per la maggioranza, come mi è sembrato di capire dall’intervento del consigliere Francesco Fortunato in consiglio, era il carattere di “pubblica utilità” dell’opera bastava fare un quesito nuovo che comprendesse anche questo problema. Mi dispiace che, in barba all’impegno profuso a favore dell’ambiente di molti militanti ed amministratori a cinque stelle,  i tempi siano evidentemente cambiati.

Leggo che il consigliere La Rosa ci invita a ricorrere in giudizio. Lo ringrazio. Senza le sue brillanti intuizioni e la sua manifesta intelligenza saremmo persi. Molto più semplice sarebbe stato che il capogruppo del M5S avesse chiesto al consiglio di fare propria la richiesta referendaria. Perché non lo ha fatto? E se, come dichiara, prende a cuore le sorti di quelli che non vogliono il crematorio perché non si è mai impegnato in tal senso? Perché in casa cinque stelle il crematorio ha tutto questo appeal?

Credo che il punto vero sia questo: cioè che il consiglio, pur potendo rilanciare il referendum con nuovo vigore, facendolo proprio, abbia deciso di affossarlo. Ma ognuno è di fronte alla propria coscienza. La mia e quella dei promotori è a posto. Gli altri si facciano una radiografia all’anima. Detto questo, venendo alla mozione che noi abbiamo sollecitato, chiarisco che né io né gli altri membri del comitato votiamo in consiglio, né partecipiamo ai suoi lavori. Quello che la massima assise cittadina fa, le aggiunte, le modifiche, integrazioni, ritiro delle mozioni non compete a noi, ma ai consiglieri eletti che decidono in assoluta autonomia. In ogni caso, cosa che il consigliere La Rosa occulta, la mozione aveva ricevuto un’istruttoria negativa da parte del segretario generale del comune. Dire cose diverse da questa vuol dire prendere in giro la gente.

Mi dispiace, al di là dei tecnicismi, che il movimento cinque stelle, che nasce sul concetto di democrazia diretta, alla fine l’abbia tradita. I cittadini a cinque stelle presenti in consiglio avrebbero dovuto dire subito, senza se, senza ma, senza sotterfugi, “facciamolo questo referendum, proprio perché è un referendum e parlano i cittadini”. Diceva Voltaire “non sono d’accordo con quel che dici, ma darò la ma vita affinché tu abbia la possibilità di farlo”. Il motto venne ripreso sia da Sartre che da De Gaulle. Mi aspettavo che il movimento avesse pensato la stessa cosa. Ma ripeto, ognuno fa i conti con la propria coscienza.

Quanto ai rilievi sulla mia persona mi permetto di sorridere. Come delegato ho dato il mio contributo gratuito alla ripresa culturale della città. Ne vado fiero e credo di aver svolto anche un lavoro accettabile. Dal consigliere La Rosa mi sarei aspettato un “grazie” per aver risollevato le sorti della biblioteca, sorti che oggi, non certo grazie a me, sono ridiscese agli inferi. Il passato è un problema? Benissimo. Mi aspetto che lo stesso rilievo venga fatto al consigliere Fortunato, che fu delegato di Pietro Tidei come me, e all’attuale assessore Manuedda che, oltre a provenire dai Verdi, che è un partito dell’odiata “vecchia politica”, per un  breve periodo lavorò nell’amministrazione Tidei. Se il passato crea scandalo è bene dare l’esempio partendo da casa propria. In quanto ad una eventuale compromissione del comitato con la mia appartenenza al PSI la cosa è in sé risibile. Nel comitato sono ospitate tantissime visioni del mondo e con noi hanno collaborato persone di Forza Italia, della Lega Nord, del Partito Comunista dei Lavoratori, del PD, del Nuovo Centro Democratico e … del Movimento Cinque Stelle. Persone unite dalla questione ambientale. Da noi uno vale uno e le decisioni sono collegiali. E non chiediamo atti di fede a nessuno. Tutti quelli che hanno a cuore la causa ambientale sono i benvenuti. Noi, a differenza dei consiglieri comunali del M5S, amiamo davvero la democrazia”.

Queste le parole del presidente del comitato per il referendum sul forno crematorio, Mario Michele Pascale.

 

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