Lo scorso giovedì la città di Civitavecchia è stata nuovamente mortificata dall’impudenza di ENEL e dalla complice ignavia degli enti sovraordinati (Ministero, Ispra, Regione, Area Metropolitana ecc) che hanno anteposto le ragioni dell’azienda elettrica a quelle della popolazione.
Si è, infatti, svolta, e conclusa nella medesima giornata, alla presenza di ENEL e senza la presenza, che pur era stata richiesta anche con il supporto del Sindaco, di associazioni e cittadini, la conferenza dei servizi per il riesame dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord.
Ignorate le nostre osservazioni, annullati gli emendamenti apposti al parere istruttorio (atto sulla base del quale viene promanata l’AIA) dalla precedente Amministrazione.
Il Comune ha fatto propri entrambe i documenti ed ha votato contro ma non ha apposto le prescrizioni ex art. 216 e 217 del R.D. n.1265/1934, come pure era in suo potere e come era previsto dalla stessa convocazione della conferenza dei servizi.
Risultato la centrale, fino al 2025 – anno in cui si dovrà dismettere l’utilizzo del carbone – continuerà a funzionare per 7500 ore l’anno, bruciando 4.500.000 t/a di carbone che, in deroga al Piano di qualità dell’aria della Regione Lazio, avrà un tenore di zolfo tra lo 0,7% e l’1%.
Alla faccia della tutela della salute dei Civitavecchiesi e della lotta ai cambiamenti climatici.
Un iter, quello del riesame dell’AIA, iniziato male e finito peggio, con documenti secretati, pareri e osservazioni del gestore non rese accessibili ai cittadini, e con enti che hanno lavorato smentendo se stessi.
È il caso del gruppo istruttore di cui, è bene evidenziarlo, fa parte anche l’Area Metropolitana, che prima ha accettato gli emendamenti proposti dal Comune e dalle Associazioni e subito dopo, davanti alle osservazioni di ENEL, non ha avuto il coraggio di mantenerle, cancellandole completamente.
È il caso del Presidente della Commissione Dott. Ziantoni che non solo non ci ha permesso di presenziare, ma che non ha acconsentito che la Conferenza si esprimesse in tal senso e non ha concesso il rinvio, pur previsto dalle norme, richiesto dal Comune.
È il caso della ASL RM4, che, dopo essersi fatta grande con la presentazione del Portale “Open Salute Lazio”, come avevamo – facili indovini – previsto, ha pensato bene di non presentarsi.
È il caso, infine, della Regione Lazio, rappresentata dall’inossidabile ing. Flaminia TOSINI, che è riuscita ad esprimere parere positivo “alla compatibilità dell’impianto al quadro ambientale riscontrabile dagli strumenti di pianificazione regionale ed alle relative misure individuate” nonostante il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria della Regione Lazio, ad oggi pienamente vigente ed applicabile, all’art. 6 delle Norme Tecniche di Attuazione, individui tra i “Provvedimenti per la riduzione delle emissioni di impianti di combustione ad uso industriale” l’utilizzazione di combustibili con tenore di zolfo non superiore al 0,3%. Un voto, quello della Regione, che non solo deroga al Piano senza motivazione alcuna che non sia venire incontro alle esigenze di massimizzare i profitti e minimizzare i costi di ENEL, ma che snobba il voto espresso all’unanimità dal Consiglio Regionale con la mozione n. 60/2014 che impegnava Zingaretti e la sua Giunta a porre in essere tutte le azioni possibili per garantire il rispetto di quanto prescritto dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Qualità dell’Aria.
E su questo non possiamo non notare il silenzio assordante dei rappresentanti del territorio in consiglio regionale – Tidei, De Paolis, Porrello e Minnucci – che fa da contraltare alla grande risonanza che a suo tempo diedero all’approvazione della mozione.
Vogliamo augurarci che, come già dichiarato, il Sindaco proceda come previsto dall’art. 14 quinquies cc. 1;2 e 3 della legge 241/1990 e, entro dieci giorni dalla pubblicazione del verbale conclusivo, ancora non pubblicato, ricorra secondo le modalità previste, al fine di veder rispettati gli emendamenti precedentemente presentati (ore di funzionamento e quantitativo di carbone come da VIA 680/2003; rispetto del piano di qualità dell’aria) trasformandoli in prescrizioni ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. 1265/1934.
Sarebbe doveroso in ossequio degli impegni elettorali assunti, e una forma di rispetto verso quanti, tanto pesantemente, hanno pagato e stanno pagando sulla propria pelle la presenza sul territorio di quella maledetta centrale.f
Forum Ambientalista e Italia Nostra