La proposta di primarie a Civitavecchia avanzata da un autorevole esponente di Fratelli d’Italia ci ha fatto davvero balzare dalla sedia. Innanzitutto proprio perché si tratta di autorevole esponente: fosse stato un farmacista appena uscito da un bancone, con tutto il rispetto per il grande servizio che i farmacisti rendono alla comunità, la sorpresa sarebbe stata limitata. Che invece un politico navigato venga a proporre uno strumento del genere stupisce e, se non fossimo certi del contrario, parrebbe voler fornire un assist a chi non sa più come sbarrare la strada a un centrodestra unito e vincente al governo di questa città.

Ci permettiamo comunque di chiedere che qualcuno risponda alle nostre obiezioni.

Primo: abbiamo, come centrodestra in generale e a Civitavecchia, la capacità organizzativa di mettere in piedi una cosa simile a tre mesi dalle elezioni?

Secondo: si ha idea di come gestire i dati sensibili dei partecipanti, di quanti seggi piazzare e dove e quando, e con che costi, e chi li coprirà?

Terzo: sappiamo come riconoscere la autentica sensibilità e appartenenza politica di chi parteciperà, per mettere queste elezioni al riparo da infiltrazioni di qualsivoglia natura?

Quarto e, per ora, ultimo punto: ma gli episodi di primarie di altre coalizioni finite con risse davanti ai seggi, con l’intervento della forza pubblica quando non della magistratura, non hanno insegnato nulla? Vedi Napoli, Roma la stessa Civitavecchia: strano, ma in città nessuno ha visto niente? O probabilmente sta facendo finta di non ricordare?

Forza Italia ha sempre detto di essere favorevole a primarie solo qualora siano regolate da legge, come accade negli Stati Uniti, peraltro a livello di partito e non di coalizione. Se ne può discutere ma linea del partita è questa.

Parlandoci chiaro, non avremmo poi neanche problemi a parteciparvi, potendo contare al nostro interno sul recordman elettorale Giancarlo Frascarelli, su un consenso che alle ultime regionali ci ha portato ad essere la prima forza politica del centrodestra in città e su un radicamento storico e capillare. Crediamo tuttavia che non sia questa strada accidentata quella che possa portarci all’unità e quindi al governo del Comune nell’esclusivo interesse del territorio.

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