“Erano passate appena tre settimane dall’insediamento della giunta Cozzolino e la nuova amministrazione, annunciando la nomina di delegati al problema come Carlini, Pantanelli e Floccari, assicurava i civitavecchiesi che i problemi del servizio idrico sarebbero finiti. Sono passati quattro anni, di alcuni di quei delegati s’è persa ogni traccia ma i problemi del servizio idrico sono sempre lì: anzi, sono aumentati e nel frattempo il servizio stesso è finito in capo ad Acea.
Ebbene, rileggendo i resoconti dell’amministrazione risalenti a quattro anni fa, chiunque potrà leggere che i delegati si erano già messi all’opera effettuando carotaggi all’alveo di Lasco del Falegname lamentando che la portata si era ridotta e che quindi occorreva un intervento. Ora, i cittadini non lo sanno ma Lasco del Falegname è l’invaso che contiene milioni di acqua e che dovrebbe fungere da serbatoio per la città, particolarmente per quei quartieri della zona alta, tra cui San Liborio, che soffrono particolarmente per la carenza, sia nei mesi estivi che in quelli invernali, quando le piene causano l’interruzione del flusso da Poggio del Capriolo.
Possiamo quindi dire che gli amministratori a 5 stelle hanno sì studiato il problema, ma non l’hanno risolto. L’invaso di Lasco del Falegname resta a portata ridottissima a causa dei detriti, del fiume Mignone, così come a valle del collettore di Poggio del Capriolo, più precisamente a Poggio delle Fate, non è stato affiancato un altro serbatoio più capiente di quello esistente da posizionare proprio in prossimità poggio del capriolo. È chiaro che la cisterna di riserva poteva essere realizzata anche chiedendo all’Enel quell’intervento ed altre operazioni, invece di farci assistere per anni alle pantomime tra Comune e azienda elettrica; esattamente com’è vero che ora Cozzolino potrebbe far leva sui suoi rapporti con Acea, che difende tanto, per far realizzare tali opere. E magari verificando che non siano interventi destinati a fallire, come quello delle autobotti che domenica scorsa sono state mandate alle torri di approvvigionamento, portando però 1500 litri che sono altamente insufficienti a rispondere ai bisogni.
Lo diciamo ora, che l’estate ancora non è arrivata: se si vuole davvero liberare San Liborio e gli altri quartieri alti dal problema della cronica carenza di acqua, occorre che dal Comune si muovano e lo facciano subito. Perché di scuse, questa volta, non ne potranno avere nessuna”.
Lo ha dichiarato Giancarlo Frascarelli