Sito produttivo o periferia abbandonata a sé stessa? Cuore propulsivo della città o discarica a cielo aperto? Sono interrogativi che nascono spontanei dalla visione di quella che sulla carta è la zona industriale di Civitavecchia ma nella realtà è una desolante distesa di sterpaglie, immondizia, rottami, escrementi, rifiuti di ogni genere e consistenza dove gli esausti titolari delle imprese, che lì hanno investito, sono costretti quotidianamente a gestire per non essere ingoiati. Da cosa? Principalmente dal menefreghismo di un’amministrazione assente, sorda e distante da quelle che sono le lecite richieste di chi, lavorando con passione e professionalità, è costretto ad assistere al decadimento di un luogo che resta produttivo soltanto per l’impegno proficuo delle aziende altamente competitive. Le quali, però, sono costrette a fare i conti con un degrado ambientale che allontana e scoraggia inevitabilmente gli interessi di eventuali clienti. E dunque la sconforto prende il sopravvento. Allora ci chiediamo, con profonda amarezza, se il Sindaco Cozzolino sia a conoscenza delle infinite criticità presenti nella zona, ad iniziare dalla pericolosità stradale, sia in entrata che in uscita, con segnaletica e rotatorie, spartitraffico e cordoli centrali che dovrebbero servire a garantire sicurezza alla viabilità (soprattutto alla luce del passaggio dei grandi automezzi) e che invece rappresentano un ostacolo per quanto sono malmessi. L’invasione incontrollata di sterpaglie lungo il cordolo centrale ed i passaggi pedonali laterali, che rende i tratti impercorribili, è un nuovo modus operandi di arredare il sito? Un passaggio, poi, lo merita il “rinomato” tunnel di collegamento tra le varie sezioni della zona in questione: ci piacerebbe sapere da quanto tempo è impraticabile e, soprattutto, cosa avviene in tal luogo durante la notte, quando, stando alle informazioni riferiteci dagli stessi titolari delle imprese, si verificherebbero “strani” movimenti… Se avessimo un’amministrazione attenta, forse si sarebbero già interpellate le forze dell’ordine… In alcuni siti adibiti a servizi per la nostra zona industriale, che il Sindaco dovrebbe ben conoscere, le sterpaglie, alte oltre due metri, sono essiccate al punto giusto: con le alte temperature di questi giorni estivi la probabilità dell’innesco di incendio diventa elevata. Chi deve garantire l’incolumità di persone e impianti industriali? Un’ultima ma determinante considerazione: sarebbe opportuno, visto che non siamo propulsori di novità, emulare quanto accade a pochi chilometri dal nostro territorio, a Viterbo ad esempio, dove la zona industriale è sì il vero fiore all’occhiello della città, e quando la si attraversa si registra la piacevolezza derivante dall’essere strutturata in maniera composta, accogliente e decorosa. Ma se arrivare in Etruria rappresenta un problema, propongo al nostro Sindaco “stellato” di organizzare almeno un tour in zona industriale a bordo dei verdeggianti nuovi pullman… “alla ricerca della zona industriale che non c’è”…

Giancarlo Frascarelli, Vicecoordinatore FI

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