Fratture vertebrali (1^ parte)

Un evento traumatologico sempre più frequente dovuto anche dall’aumento della vita media.

Una frattura vertebrale è un evento traumatologico sempre più frequente, correlato ai traumatismi ad alto impatto legato agli incidenti stradali. Inoltre l’aumento della vita media espone ad un rischio maggiore di fratture da osteoporosi o patologiche in corso di neoplasia. Il quadro clinico risulta grave se si pensa allo stretto rapporto che la colonna vertebrale ha con il midollo spinale e con le radici nervose. Nel paziente con frattura vertebrale bisognerà impostare una valutazione in termini di stabilità, presenza di deficit neurologici e caratteristiche radiologiche della lesione. Affinchè la lesione possa essere inquadrata nella maniera corretta e si possa impostare un piano riabilitativo, è importante stabilire la stabilità o instabilità delle vertebre. La determinazione della stabilità permette l’orientamento verso il trattamento conservativo o chirurgico, laddove ci fosse una vertebra instabile, il trattamento prevede l’intervento chirurgico, mentre se la vertebra fosse stabile spesso guarisce tramite trattamento conservativo.

La stabilità della colonna cervicale risulta dall’integrità delle strutture anatomiche che costituiscono il sistema osteo-legamentoso occipito-atlo-epistrofeo a livello del rachide cervicale alto e del segmento mobile rachideo per il rachide cervicale inferiore. Nel rachide cervicale inferiore la struttura maggiormente stabilizzante è il complesso legamento longitudinale posteriore-disco vertebrale; nelle lesioni legamentose, se questo sistema è integro, l’unità funzionale è stabile.

Per il rachide dorso-lombare, si identificano tre colonne anatomo-funzionali:

  • La colonna anteriore comprende il legamento longitudinale anteriore, la metà anteriore del corpo vertebrale e la porzione corrispettiva del disco intervertebrale con il suo anulus fibroso.
  • La colonna media contiene il legamento longitudinale posteriore con la porzione di disco intervertebrale corrispondente e il suo anulus
  • La colonna posteriore contiene gli elementi posteriori dell’arco neurale, assieme ai legamenti corrispondenti (gialli, interspinosi e sopraspinoso) e alla capsula delle articolazioni interapofisarie.

Lesioni di due o più colonne producono una lesione potenzialmente instabile. Inoltre come già detto, sarà importante stabilire se ci sia o meno un deficit neurologico. In funzione del quadro clinico, si possono distinguere:

  • Lesioni a livello radicolare, caratterizzate da pattern di parestesia/anestesia, deficit di forza muscolare e iporeflessia al corrispondente dermatomero
  • Lesioni con pattern meno definito di distribuzione di deficit neurologici, che possono indicare una lesione della cauda equina, del cono midollare e del midollo spinale.

(continua…)