MONTALTO DI CASTRO – Domenica 26 novembre, presso il teatro comunale Lea Padovani, si è svolta la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un evento che l’amministrazione comunale ha voluto organizzare con la collaborazione di psicoterapeuti che sono intervenuti per spiegare, grazie anche alle numerose testimonianze lette, quali sono atteggiamenti, situazione e sensazioni che ruotano intorno al concetto ampio di violenza.
Una violenza che si manifesta fisica, sessuale, psicologica ed economica e non conosce confini geografici, età, classe sociale o livello di istruzione. È radicata in profonde disuguaglianze di potere tra uomini e donne, insieme a norme culturali dannose e stereotipi di genere.
All’incontro si è parlato di molte donne che affrontano la violenza quotidiana all’interno delle loro stesse case, da parte di partner intimi o familiari. Spesso, la paura di ritorsioni, la vergogna o la mancanza di risorse impediscono alle donne di cercare aiuto. In molte società, le vittime di violenza possono anche essere soggette a giudizi sociali, contribuendo così al mantenimento di un ciclo di silenzio e paura.
«La speranza – ha detto nel suo intervento l’assessore ai servizi sociali Annamaria Fabi – è che non siano state accese luci solo per spettacolarizzare quello che invece è un dramma della società. Quando abbiamo organizzato questo evento – ha aggiunto l’assessore Fabi – ci siamo resi conto nello scambio di idee quanto fosse importante parlare di quotidianità, di quei comportamenti che le donne troppo spesso giustificano perché cresciute in una cultura patriarcale. L’idea del dominio maschile sulla donna, richiama l’essenza stessa di una sottocultura legata ai tradizionali rapporti gerarchici ed affettivi sussistenti nel contesto familiare, in cui vigono norme, costumi, tradizioni, credenze, abitudini, da cui nasce la violenza nelle relazioni di coppia. Purtroppo abbiamo ancora un modello socioculturale arcaico – ha spiegato l’assessore – che contribuisce a relegare la donna in quanto donna ad un ruolo subordinato, cioè al ruolo ricoperto socialmente in ragione del genere di appartenenza sposa, madre, figlia, sorella. Negandole di fatto, parità di diritti con l’uomo, sottovalutando o minimizzando, gli atti di violenza perpetrati nei suoi confronti».
Al termine del convegno sul palcoscenico è andato in scena lo spettacolo “Sposerò Biagio Antonacci” con protagonista Milena Mancini diretta da Vinicio Marchioni alla regia. Un’incursione nel tema della violenza di genere, uno spettacolo di denuncia teatrale contro un’ignobile e ancora troppo presente piaga sociale, attraverso il racconto della vita di una donna come tante altre, su cui incombe lo spettro del femminicidio.
L’amministrazione comunale ringrazia il Punto di Ascolto di Capalbio dell’Associazione Olimpia De Gouges di Grosseto, in particolar modo la Dott.ssa Laura Gasperi e la psicologa Alessia Marani, lo storico Daniele Mattei e gli psicoterapeuti Fabio Tazzari, Elena Penzavalli e Simona Socciarelli per il loro prezioso contributo.
L’amministrazione comunale ricorda inoltre il numero di antiviolenza 1522 promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità.
Il “1522”, gestito dall’associazione Differenza Donna Aps e finanziato da soggetti privati, è un servizio gratuito, attivo 24 ore su 24, che offre supporto e aiuto alle vittime di violenza e stalking. Operatrici specializzate saranno disponibili per accogliere le richieste di chiunque si trovi in situazioni di pericolo o abbia bisogno di sostegno.