CIVITAVECCHIA – Grande partecipazione, questa mattina al parco Martiri delle Foibe-Uliveto, per le celebrazioni nell’ambito del Giorno del ricordo, data dedicata alla commemorazione dei Martiri delle foibe e all’Esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, per conservare e rinnovare la memoria di una tragedia del popolo italiano. “Vorrei che tutti recuperassero quell’italianità, quel senso di essere popolo, che ci rende orgogliosi di noi stessi e della nostra Patria, a cominciare dai nostri giovani ai quali va il compito di farsi portatori della memoria di questo ricordo, uscendo dalla dinamica delle ideologie contrapposte che generano odio e portando il paese verso una pacificazione” ha sottolineato il sindaco Ernesto Tedesco. Alla cerimonia hanno preso parte autorità civili, militari e religiose, associazioni combattentistiche e d’arma e tanti cittadini. (Civonline)
Il Sindaco Ernesto Tedesco: FOIBE. IL SACRIFICIO PER RIVENDICARE L’ITALIANITA’.
Ogni ricordo è legato indissolubilmente a un’emozione che lo intensifica e fissa nella nostra memoria.
E oggi mi sono emozionato durante la cerimonia per i morti delle Foibe e per gli esuli istriani, giuliani e dalmati.
La storia di Norma Cossetto (alla quale grazie all’impegno di Paolo Giardini del “Comitato 10 febbraio” e del vice Sindaco Massimiliano Grasso intitoleremo l’anfiteatro del Parco Uliveto) raccontata da Valentina Flacchi, l’ascolto del brano di Simone Cristicchi e le parole della signora Annina Cistriani, vedova del prof. Marino Zonta, una coppia di esuli che per tanti anni ha fatto opera di divulgazione tra gli studenti tramandando la loro esperienza, mi hanno commosso.
Si deve soprattutto alla determinazione degli esuli e dei loro discendenti se oggi, nonostante la narrazione storica di parte che ha nascosto o minimizzato i tragici eventi del confine orientale, l’intero paese, grazie anche all’istituzione di questa giornata, ha preso coscienza di una tragedia che come ha ricordato il Presidente Sergio Mattarella “è una sciagura nazionale”.
Le foibe furono la realizzazione crudele di un piano scientifico di “snazionalizzazione” e di pulizia etnica da parte delle brigate titine della Jugoslavia comunista, stragi avvenute in gran parte a guerra finita. Oggi finalmente, dopo gli anni del negazionismo, la storia viene letta nella sua interezza e non come fa comodo.
Tanti uomini e tante donne vennero uccisi con la sola colpa di essere italiani e di rivendicare la loro italianità.
Vorrei che tutti recuperassero quell’italianità, quel senso di essere popolo, che ci rende orgogliosi di noi stessi e della nostra Patria, a cominciare dai nostri giovani ai quali va il compito di farsi portatori della memoria di questo ricordo, uscendo dalla dinamica delle ideologie contrapposte che generano odio e portando il paese verso una pacificazione.
(foto Francesco Cristini)