CIVITAVECCHIA – L’Amministrazione Comunale celebra anche quest’anno il Giorno della Memoria, con una serie di eventi significativi per ricordare le vittime della Shoah e dei deportati. La tradizionale cerimonia di deposizione della corona di alloro nel Cimitero Monumentale, in onore delle vittime, sarà accompagnata da un incontro speciale dedicato alle scuole, condotto dal giornalista e saggista Marco Damilano, che si terrà il 27 gennaio 2025 alle ore 9.15 nell’Aula Consiliare Pucci, con lo scopo di trasmettere alle nuove generazioni il valore della memoria storica e il dovere di mantenere viva la testimonianza.

L’incontro permetterà alle ragazze e ai ragazzi delle scuole cittadine di ascoltare le voci di alcuni testimoni diretti dell’orrore della Shoah: Tatiana e Alessandra Bucci, sorelle che da bambini furono deportate ad Auschwitz, e Nando Tagliacozzo, sopravvissuti all’orrore nazista.
Tatiana e Alessandra Bucci, nate a Fiume rispettivamente nel 1937 e nel 1939 da padre cattolico e madre ebrea, a seguito dell’emanazione, da parte del governo della Repubblica Sociale Italiana dell’ordine di arresto e deportazione per tutti gli ebrei, furono arrestate e condotte ad Auschwitz a soli 4 e 6 anni. Tatiana e Alessandra sono state tra i pochissimi bambini a sopravvissuti alla tragedia del Kinderblock, la baracca destinata ai bambini ebrei vittime degli esperimenti di Mengele.
Nando Tagliacozzo invece, all’epoca solo un bambino di 5 anni, scampò miracolosamente al rastrellamento del 16 ottobre 1943 di Roma, quando la sua famiglia fu quasi completamente deportata. Sua sorella Ada, portata via con la nonna e lo zio, non fece ritorno. Nando, invece, grazie alla prontezza del padre, riuscì a salvarsi.
Nella razzia del Ghetto e di tutta Roma furono deportati 273 bambini, 107 dei quali di età inferiore ai 5 anni e anche un neonato di appena sette giorni, nato al Collegio Militare di via della Lungara a Roma, a poche ore dal rastrellamento. Di essi non ne è tornato nessuno: vite spezzate e cancellate dalla faccia della terra.
Storie, dunque, di bambini e bambine che si sono fortunosamente salvati dalla morte vivendo tuttavia esperienze strazianti per le loro vite a cui sono riusciti a dare un senso con il dovere della testimonianza alle nuove generazioni perché possano conoscere, riflettere e impegnarsi per un mondo più giusto e senza alcuna forma di discriminazione e razzismo.
“Con questa iniziativa vogliamo offrire ai giovani l’opportunità di ascoltare direttamente chi ha vissuto quei terribili eventi. È fondamentale che le scuole siano luoghi di riflessione, in cui si apprenda non solo la storia, ma anche i valori della giustizia, dell’uguaglianza e del rispetto per ogni individuo,” così l’Assessore ai Servizi Sociali, Antonella Maucioni.
“La loro testimonianza è un monito straordinario sulle atrocità di quel periodo e sull’importanza di non dimenticare. Le loro storie, di speranza e resistenza, rappresentano un patrimonio di memoria imprescindibile per combattere l’odio e il razzismo che ancora oggi talvolta minacciano la nostra società.”, ha dichiarato infine il Sindaco Marco Piendibene.
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