Lo avevamo capito già all’atto della formazione della prima giunta che non si era partiti con il piede giusto e che il modo in cui essa si era realizzata non lasciava ben sperare. Ora questa nuova crisi, l’ennesima in cui incorre l’attuale amministrazione, crea preoccupazioni più che mai forti sia in noi che in tutti quei concittadini che sono animati dalla convinzione che il confronto politico debba sostanziarsi di una forte disponibilità al dialogo e di un grande e responsabile impegno.
Ora, per meglio chiarire i motivi del nostro disappunto, vogliamo ricordare che quando si tennero le ultime elezioni comunali, la composizione della coalizione di centrodestra e la stessa candidatura a sindaco di Ernesto Tedesco erano stati sanciti, conclusivamente, da un accordo intervenuto a livello romano. Per cui, dopo alterne vicende e variazioni di candidatura, la soluzione individuata sembrava finalmente provvista di una sufficiente affidabilità. Per darle stabilità e poter varare un governo cittadino in grado di operare con immediatezza a vantaggio di Civitavecchia sarebbe bastato che a votazioni concluse il sindaco, avvalendosi dei poteri conferitigli dalla legge e del consenso elettorale riscosso, effettuasse in totale autonomia l’affidamento delle deleghe assessorili, senza cedere a richieste di parte e perseguendo unicamente l’obiettivo di demandare alle persone da lui ritenute più idonee la realizzazione del programma. E invece partì, come noi gli facemmo subito notare, con il piede sbagliato, perché lasciò che i nomi degli assessori scaturissero da un confronto fra le diverse forze politiche. Che però non furono capaci di trovare un punto d’incontro tanto che, come è noto, si rese necessaria la difficile mediazione del neo eletto sindaco per trovare un accordo. Accordo che tuttavia si rivelò precario, tanto che presto si verificarono delle insistenti lotte interne che proseguirono ininterrottamente.
Cosicché al gioco di squadra che la coalizione aveva ampiamente promesso in campagna elettorale e che avrebbe dovuto assicurare qualità ed efficienza all’azione amministrativa sono purtroppo subentrati diffusi quanto impudenti contrasti interni, espressioni di visioni e interessi sostanzialmente divergenti se non opposti. Ci si è persi in un gioco di potere utile forse a qualcuno ma non alla città, che in assenza di un concorde sentire si vede relegata in una posizione di inutile attesa ed esposta alle solite dannose influenze esterne.
In definitiva, ciò che con tutta probabilità si poteva evitare è invece accaduto. Purtroppo oggi i fatti ci stanno dando ragione.
Il coordinamento del POLO CIVICO