Gli assassini seriali. Thug Behram L’indiano (4^ parte)
(segue dall’edizione precedente)
Mi avvio al termine della disamina e come sempre alle conclusioni ed alle possibili motivazioni che possono aver indotto all’agire l’assassino.
Certamente, Beharam ha agito in modo compulsivo, mostrando pause di raffreddamento nel tempo tra un uccisione ed un’altra nel lungo periodo della sua attività criminale, con un movente apparentemente non ben definito, che potrebbe essere comunque anche ricercato in possibili traumi subiti nell’infanzia, ma di cui non ne abbiamo notizia alcuna.
Non mi è facile asserire, se l’omicida in esame, possa appartenere al tipo organizzato o disorganizzato, sempre per mancanza di specifici dettagli, tuttavia, ritengo con buona certezza, possa appartenere al primo modello, in quanto è risultato comunque lucido e metodico nella pianificazione dei suoi crimini, uccidendo sempre per strangolamento e mantenendo sicuramente un elevato controllo sull’andamento delle sue azioni.
Per quanto riguarda le motivazione, vista l’appartenenza alla setta dei Tug, ritengo si possano ricondurre al genere “Missionari”, omicidi rituali e Muti Murders. Infatti, questo genere di serial killer, vede le sue azioni finalizzate a ripulire la società da determinate categorie di persone, concependole come una missione, mostrando in taluni casi, anche buone dosi di fanatismo religioso. Nei loro obiettivi, rientrano ad esempio, la persecuzione e lo sterminio di prostitute, determinati gruppi etnici e/o sociali.
In altri casi, questo genere di serial killer, ha la convinzione di ricevere dalle sue azioni criminali, poteri magici o propiziatori, e, nel caso specifico, vista l’appartenenza alla setta, tutto questo, potrebbe calzare perfettamente alle mie ipotesi.
Non è da escludere che Beharam, possa essere stato anche motivato da ragioni edonistiche, uccidendo pertanto con il solo scopo di trovare piacere, mosso anche da una sorta di possibile sadismo.
Infine, il serial killer in esame rientra anche nel genere così detto “dominatori”, ritenuto il più comune tra gli uccisori di questo genere.
Il oro scopo prioritario, è quello di esercitare potere sulle proprie vittime, contribuendo così, al rafforzamento della stima in sé stessi, intesa come forza fisica e morale.
Non potrei inoltre escludere la motivazione dovuta al guadagno. Uccidere delle vittime e nel caso specifico, in un numero considerevole, i loro beni avrebbero potuto entrare nelle disponibilità dell’assassino e/o comunque della setta di appartenenza.
(FINE)
Dr. Remo Fontana