GLI STUDENTI DELL’ALBERGHIERO DI LADISPOLI AL GHIONE PER “IL FU MATTIA PASCAL”
LADISPOLI – “Il fu Mattia Pascal” (1904) è il più famoso dei romanzi di Luigi Pirandello e vede protagonista un eroe-antieroe tipicamente novecentesco preda del disorientamento, dell’incertezza e di un’amara quanto drammatica scissione dell’io. Sfruttando la falsa notizia della sua morte, Mattia Pascal “rinasce” in un’altra identità pronto a combattere i gravami delle convenzioni sociali e del conformismo alla ricerca di una nuova vita, di un’originaria purezza ed autenticità. All’inutilità dei suoi sforzi farà da controcanto l’invincibile durezza della realtà e l’inalienabilità delle sue leggi pronte a congedare con straordinaria solerzia e forza d’urto le velleità di Adriano Meis, costretto presto a tornare nella sua Miragno dove, nel frattempo, tutto è cambiato.
E ad assistere allo spettacolo in scena al Teatro Ghione (con la regia di Giorgio Marchesi e Simonetta Solder) si sono recati martedì 13 febbraio anche gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli accompagnati dalle docenti Concetta Allocco, Alessandra Baruzzi, Valeria Mollo e Maria Pia Tito. “Già lo scorso anno avevamo voluto cimentarci al Teatro Marconi con una delle opere più difficili di Pirandello, I Giganti della montagna – ha sottolineato la Prof.ssa Baruzzi, Docente di Letteratura e Storia – ma l’entusiasmo degli studenti ci ha spinto a ripetere l’esperienza stavolta con un testo più classico che studieremo tra poco svolgendo il programma di Letteratura. Da sempre, nel nostro Istituto, puntiamo ad offrire una panoramica quanto più vasta possibile dei diversi autori e generi letterari. Siamo certi che, anche grazie all’evento di oggi, il teatro diventerà per gli allievi un luogo irrinunciabile in cui tornare spesso per imparare, per crescere e per riflettere sui temi più importanti della loro vita”.
Con Giorgio Marchesi, sul palco del Ghione, c’era anche il musicista Raffaele Toninelli che ha accompagnato con il contrabbasso la straordinaria performance del protagonista a partire dalla battuta che dà il via allo spettacolo e al racconto di Mattia Pascal nel momento in cui, con paradossale ironia, si presenta divertito al suo pubblico: “sarei io, … se non fosse che fui”.