LADISPOLI – Una sintesi perfetta fra natura, cultura e spirito imprenditoriale: sono questi gli ingredienti alla base della filosofia e del successo della tenuta vitivinicola toscana di Castello Banfi nota in tutto il mondo per il famoso Brunello di Montalcino, adagiata tra i fiumi Orcia e Ombrone e nata nel 1978 per iniziativa dei fratelli italo-americani John e Harry Mariani. E martedì 24 gennaio gli allievi delle classi 3^T, 5^T, 5^P, 5^SA dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli hanno visitato le Cantine Banfi accompagnati dai docenti Giovanna Albanese, Claudio Carbonari, Michele Comito, Renato D’Aloia, Donatella Di Matteo, Teresa Fusillo, Filippo Gennaretti, Angelo Morello e Carmen Piccolo. Una storia e un nome, quelli dell’Azienda Banfi, legati alla prima donna laica giunta da Milano a Roma per varcare le porte del Vaticano, come governante del Cardinale Arcivescovo Achille Ratti, destinato a diventare, nel 1922, Papa Pio XI. Grande esperta di cucina e profonda conoscitrice di vini, sarà lei ad avvicinare il nipote Giovanni F. Mariani Sr. al mondo enogastronomico di più alto livello. Fu poi la volta di John e Harry e quindi di James e Cristina. E’ quest’ultima a coordinare in prima persona le attività di Banfi fra Italia e Usa, curando in modo particolare la ricerca dell’eccellenza e riuscendo ad ottenere per il marchio (prima cantina al mondo) le certificazioni di Qualità, Gestione Ambientale e Responsabilità Sociale (ISO 9001, ISO 14001 e SA 8000). Una realtà, quella delle Cantine Banfi, sempre dinamica e in crescita, attenta all’impiego responsabile delle risorse, alla biodiversità, ma anche al mondo della scuola e della formazione perché insegnare la storia e le tappe della vinificazione, spiegano, significa gettare le basi per un consumo consapevole. Non solo vino, però: a Castello Banfi si producono anche raffinati oli extravergine, confetture e salse. C’è poi il Museo della Bottiglia e del Vetro e, sullo sfondo, lo straordinario borgo di Montalcino, autentico gioiello di arte, storia e natura, immerso nella Val d’Orcia, riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità e reso ancora più suggestivo, ieri, da un inatteso e fiabesco manto di neve. “L’Istituto Alberghiero è da sempre attento ad arricchire la propria offerta formativa con la conoscenza delle realtà produttive più importanti del panorama nazionale e internazionale – hanno sottolineato i docenti accompagnatori – e l’entusiasmo manifestato oggi dai nostri allievi dimostra quanto la formula vincente della didattica debba ispirarsi sempre ad un’indispensabile alternanza fra teoria e apprendimento sul campo. Un’esperienza da ripetere”.

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