DIRETTO DAL DOTT. JACOPO PARIS ALL’ISTITUTO SUPERIORE “GIUSEPPE DI VITTORIO”.
E’ iniziata il 22 novembre 2016 e si concluderà a fine maggio l’attività dello Sportello di Ascolto e Consulenza Psicologica, diretto dal Dott. Jacopo Paris all’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio”. Venerdì 27 gennaio, nell’Aula Magna dell’Alberghiero di Ladispoli, si è svolto l’incontro di presentazione, per fornire agli studenti delle Classi Terze e Quarte tutte le informazioni necessarie. Il Dott. Paris ha parlato, con gli allievi, di istinto, affiliazione al gruppo, cooperazione, competizione, gioco sociale, distorsione dell’immagine di sé, gestione della reattività emotiva e di molti altri temi.
Mentre da più parti in Italia si sollevano proteste e polemiche per l’assenza di un Servizio stabile ed “istituzionalizzato” di Psicologia Scolastica, indispensabile per la prevenzione del disagio giovanile e della dispersione, l’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” ha scelto la strada maestra dell’autonomia, per colmare questo vuoto e garantire agli allievi la presenza di un professionista che possa supportare e migliorare le prestazioni del proprio sistema educativo. “Siamo felici di poterci avvalere di nuovo dell’aiuto del Dott. Paris – hanno dichiarato la Prof.ssa Vincenza La Rosa, Dirigente Scolastica dell’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” e la Prof.ssa Lucia Lolli, Vicepreside dell’Alberghiero – E’ dovere di un’istituzione educativa seguire con attenzione la crescita integrale ed armonica dei suoi allievi, assicurare quotidianamente la promozione del benessere e della salute e dotarsi di tutti gli strumenti che possano migliorare la qualità della vita scolastica. La presenza di un professionista preparato e disponibile come il Dott. Paris rappresenta un supporto ormai indispensabile per accompagnare i nostri studenti nel loro processo di formazione e maturazione”.
Molti i settori nei quali è chiamato ad operare lo psicologo scolastico: motivazione all’apprendimento, individuazione delle più efficaci strategie di mediazione dei conflitti all’interno del gruppo-classe, orientamento, comunicazione fra le diverse componenti dell’organizzazione scolastica, integrazione di alunni disabili o appartenenti ad altre culture.
Un “consulente educativo” a tutto tondo, chiamato all’ascolto, ma anche alla collaborazione nel gestire le criticità sistemiche e di contesto della scuola: questo il ruolo di uno psicologo fra i banchi. Gli obiettivi sono diversi, ma ruotano tutti intorno al fine primario che è quello di espandere la gamma di competenze emozionali e relazionali di ogni attore scolastico, in primis quelle degli allievi. Specialista dell’assessment, lo psicologo scolastico dovrebbe porsi come guida del cambiamento. “La scuola è un luogo di apprendimento, – ha aggiunto la Prof.ssa Lolli – ma gli studenti non apprendono nel vuoto e sono persone, con tutta la loro fragilità e vulnerabilità. Dobbiamo saper mostrare ai nostri allievi il calore, l’attrattiva e la bellezza della conoscenza, alimentare il senso di comunità, rimuovere gli ostacoli emotivi che impediscono il successo scolastico e la realizzazione personale”.
Il Dott. Paris lavora presso le due sedi dell’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio” dal mese di febbraio dello scorso anno. Alto il numero di studenti che hanno richiesto un incontro. “In una realtà sociale che diviene sempre più complessa, – ha dichiarato il Dott. Paris – ci riscopriamo soli ad affrontare un mondo in continuo divenire. Lo Sportello di Ascolto e Consulenza Psicologica si propone di offrire un contesto entro il quale lo studente possa riflettere in piena libertà su di sé, sulla propria sofferenza emotiva, sui propri punti di forza e di debolezza. L’obiettivo è quello di sviluppare, riconoscere o sfruttare la personale capacità di far fronte alle difficoltà. Uno spazio dove l’esplorazione di sé viene promossa al fine di modificare aspetti del proprio modo di essere in grado di compromettere l’immagine di sé, i rapporti interpersonali, la crescita personale e, più in generale, la qualità della vita. Il focus si sposta dunque dal problema esterno per rivolgersi alle personali capacità di risoluzione, in una dimensione, quella del colloquio, dove l’esplorazione di sé diviene possibilità di cambiamento”.