Grasso: “CIvitavecchia rischia di avere SPRAR e hotspot. Ma siamo già una città da terzo mondo”
” Il rischio di avere un hotspot al porto o, peggio ancora, in città, ad esempio rispolverando la caserma De Carolis, è ancora molto elevato. Più alcuni esponenti del Pd e del M5S si affannano a dire che si è trattato di allarmismo infondato da parte del centrodestra, più noi siamo convinti che si debba tenere alta la guardia.
Civitavecchia oggi è essa stessa una città da terzo mondo, senza neppure i servizi essenziali per i propri cittadini: le emergenze le abbiamo tutte, da quella idrica a quella abitativa, fino al tasso di disoccupazione crescente in modo drammatico. Ci sono famiglie civitavecchiesi costrette a dormire in macchina e a mangiare con l’aiuto della Caritas. Per questo siamo convinti del fatto che la città non sia comunque in condizione di accogliere centinaia di migranti.
La Giunta Cozzolino ha dato il via all’iter per lo Sprar, che è cosa diversa dall’hub per le identificazioni e lo smistamento, ma che prevedere comunque “…Orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo, abitativo, sociale oltre ovviamente a tutela psico-socio-sanitaria”. Dove sono le risorse per far fronte a tutto ciò, quando oggi a Civitavecchia il Comune non ha i soldi neppure per tappare una buca o riparare una perdita idrica? O crediamo che, come avvenne nel 2011, non siano già pronte organizzazioni criminali a sfruttare parte dei migranti per attività illecite? Dove sono i rinforzi per forze dell’ordine, personale sanitario all’ospedale? Come si può parlare di inserimento lavorativo quando i nostri disoccupati aumentano giorno dopo giorno e le imprese locali e i commercianti sono lasciati soli dall’amministrazione, che crea ostacoli e balzelli anziché incentivare imprenditoria e commercio?
In Consiglio Comunale, solo io, con il collega della Svolta Daniele Perello e la presidente Riccetti abbiamo votato contro lo Sprar.
Perché eravamo e siamo convinti del fatto che per Civitavecchia non ci fosse alcuna garanzia dell’applicazione della clausola di salvaguardia che dovrebbe evitare a chi aderisce al sistema di accoglienza diffusa l’ubicazione di altri centri per i migranti sullo stesso territorio. Ed è stato soprattutto un voto contrario all’ennesimo bando al buio di Cozzolino, con i risultati che in questi 3 anni abbiamo visto, solo per fare qualche esempio, con la Sgr, lo stadio, gli spettacoli estivi e tanto altro ancora.
Un bando senza alcuna garanzia che l’accoglienza sia effettivamente diffusa sul territorio cittadino e non concentrata presso le case o le strutture dei soliti noti pronti a fare business sugli immigrati, partendo da un importo di 45 euro al giorno per migrante, di cui il 5% sarà peraltro anche a carico del Comune, quindi fino a 160.000 euro all’anno quando dovessero arrivare tutti i 194 migranti previsti per Civitavecchia, con preferenza per le famiglie, certo, ma anche, come si legge nella delibera della Giunta Cozzolino per maschi adulti singoli. Non basta un “preferibilmente” come condizione preliminare per il bando. Un conto è che anche singole famiglie civitavecchiesi si propongano per accogliere singoli nuclei familiari di migranti, un conto è che questo avvenga solo “preferibilmente” per poi allargare agli aspetti dell’accoglienza-business che purtroppo ben conosciamo in Italia.
Anche perché i minorenni, una volta identificati, per legge devono essere presi sotto tutela dai Servizi Sociali del Comune, che ad oggi non hanno neppure le risorse umane ed economiche per assistere adeguatamente i civitavecchiesi.
E vista l’incapacità dell’amministrazione cinque stelle di gestire l’ordinario, non vogliamo neppure pensare a cosa accadrà in una situazione di emergenza come quella che si prospetta per Civitavecchia, che rischia di ritrovarsi con lo Sprar e l’hotspot”.
Lo dichiara il capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso