CIVITAVECCHIA, 8 giugno – Se non ci fosse da piangere per come è ridotta la città, verrebbe da dire che siamo alle comiche finali. Cozzolino, D’Antò e Pantanelli, che non si sa bene a quale titolo continua ad essere il regista dell’amministrazione M5S sono fermi al capolinea, come purtroppo anche i nuovi autobus acquistati con diverse centinaia di migliaia di euro di soldi delle compensazioni VIA dell’Enel.
Il sindaco ha anche indossato la fascia tricolore per la sua prima vera “inaugurazione” dopo quattro anni di nulla. Peccato che, dopo la singolare scelta dell’alimentazione a metano (se proprio si voleva dire di essere ecologici, oggi il mondo va verso i motori elettrici ed Enel sta investendo milioni proprio su questo ambito), nonostante precise indicazioni degli autisti di non superare gli 8 metri di lunghezza, siano arrivati bus di due metri e mezzo più lunghi, inutilizzabili in molte strade e zone della città. Insomma, tre anni di gestazione per essere poi costretti a rivedere i percorsi e rischiare di avere da subito problemi di non poco conto con l’alimentazione, se è vero che il primo giorno si sono fermati per problemi meccanici 3 mezzi su 5 nuovi di fabbrica.
Patetici i tentativi di screditare l’opposizione: la realtà è che di fronte a uno sperpero di denaro di queste dimensioni, con ben 8 bus più lunghi del dovuto, sindaco e assessore dovrebbero dimettersi. Invece, la soluzione dell’assessore fantasma Pantanelli è stata quella, per la linea A,
di cancellare il capolinea al Marangone, dove il nuovo mezzo non riesce a girare.
Il motivo ufficiale addotto dal Pincio è al limite del provocatorio: il basso flusso di utenti.
Un piccolo particolare, nel periodo estivo, la fermata Marangone è una delle più frequentate dal momento che serve la frequentatissima spiaggia omonima. Quindi cancellare quel capolinea significa costringere centinaia di bagnanti a percorrere un kilometro di Aurelia per raggiungere il punto servito sino ad oggi.
Attendiamo le soluzioni di Pantanelli per le altre linee, magari proporrà di abbattere qualche palazzo a suo avviso abusivo.
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