Il comitato S.O.L.E. ritiene sia utile sottoporre alla conoscenza e al dibattito pubblico la posizione dell’Unione Europea sull’idrogeno verde in un momento in cui le due maggiori aziende italiane produttrici di energia, ENI ed ENEL, alimentano il dibattito nazionale, dividendosi sull’uso del gas o dell’idrogeno verde.
Noi da tempo ci siamo schierati e siamo senza ombra di dubbio per produrre idrogeno verde con l’utilizzo di fonti rinnovabili (eolico e solare). Siamo per la phase out dal carbone senza passare dal gas, perché a Civitavecchia abbiamo già dato e vogliamo che l’Enel non installi quattro turbogas nuovi che tecnicamente sono fatti per durare 40 anni, ma che nel 2030 saranno sicuramente dismessi per rispettare i limiti di emissione stabiliti dall’ UE: della serie come buttare i soldi pubblici dalla finestra. Siamo perché la transizione energetica venga gestita utilizzando gli impianti già esistenti, vedi Tirreno Power. Vogliamo che TVN si trasformi in un sito di ricerca di fonti rinnovabili e avvii la produzione di idrogeno verde da utilizzare nella sua fabbrica di prossimità, il porto. Sono previsti sostegni economici del Recovery Fund alla produzione di idrogeno verde, e non vogliamo perderli, fino ad almeno 1 milione di tonnellate di capacità per il 2024, e fino a 10 milioni per il 2030.
La Commissione europea sostiene che: “In un sistema energetico integrato l’idrogeno può favorire la decarbonizzazione dell’industria, dei trasporti, della produzione di energia elettrica e dell’edilizia in tutta Europa. La strategia dell’UE per l’idrogeno si prefigge di concretare questo potenziale attraverso investimenti, regolamentazione, creazione di un mercato, ricerca e innovazione.
Adatto anche ai settori difficili da elettrificare, l’idrogeno può fornire capacità di stoccaggio per compensare la variabilità dei flussi delle energie rinnovabili; occorre però un’azione coordinata a livello dell’UE tra settore pubblico e privato. La priorità è sviluppare l’idrogeno rinnovabile, prodotto usando principalmente energia eolica e solare, ma nel breve e nel medio periodo servono altre forme di idrogeno a basse emissioni di carbonio per ridurre rapidamente le emissioni e sostenere la creazione di un mercato redditizio.
Questa transizione graduale richiederà un approccio in più fasi:
- tra il 2020 e il 2024 sosterremo l’installazione di almeno 6 gigawatt di elettrolizzatori per l’idrogeno rinnovabile nell’UE e la produzione fino a un milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile;
- tra il 2025 e il 2030 l’idrogeno dovrà entrare a pieno titolo del nostro sistema energetico integrato, con almeno 40 gigawatt di elettrolizzatori per l’idrogeno rinnovabile e la produzione fino a dieci milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’UE;
- tra il 2030 e il 2050 le tecnologie basate sull’idrogeno rinnovabile dovrebbero raggiungere la maturità e trovare applicazione su larga scala in tutti i settori difficili da decarbonizzare.
Per contribuire al successo della strategia, la Commissione vara oggi l’alleanza europea per l’idrogeno pulito, che riunisce attori prominenti del settore, esponenti della società civile, ministri nazionali e regionali e rappresentanti della Banca europea per gli investimenti. L’alleanza creerà un portafoglio di investimenti finalizzati a incrementare la produzione e sosterrà la domanda di idrogeno pulito nell’UE.
Nell’intento di orientare il sostegno verso le tecnologie più pulite disponibili, la Commissione si adopererà per introdurre norme tecniche, una terminologia e un sistema di certificazione comuni basati sulle emissioni di carbonio nel ciclo di vita, ancorati nella legislazione vigente in materia di clima ed energia e in linea con la tassonomia dell’UE per gli investimenti sostenibili. Proporrà misure politiche e di regolamentazione volte a fornire certezze agli investitori, agevolare la diffusione dell’idrogeno, promuovere le infrastrutture e le reti logistiche necessarie, adeguare gli strumenti di pianificazione infrastrutturale e favorire gli investimenti, in particolare attraverso Next Generation EU.
Dichiarazioni dei membri del collegio dei commissari: Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo, ha affermato: “Le strategie adottate oggi daranno impulso al Green Deal europeo e alla ripresa verde e ci metteranno sulla giusta strada per decarbonizzare la nostra economia entro il 2050. La nuova strategia per l’idrogeno può fungere da volano di crescita per aiutare a superare le ricadute economiche del COVID-19. Sviluppando e realizzando una catena del valore dell’idrogeno pulito, l’Europa farà da apripista a livello mondiale e manterrà la leadership nel campo delle tecnologie pulite.”
La Commissaria per l’Energia Kadri Simson ha dichiarato: “Considerato che il 75 % delle emissioni di gas serra dell’UE viene dal settore dell’energia, abbiamo bisogno di un cambio di paradigma per raggiungere i traguardi che ci siamo fissati per il 2030 e il 2050. Il sistema energetico dell’Unione deve diventare più integrato e più flessibile, oltre ad essere in grado di far proprie le soluzioni più pulite ed efficaci sotto il profilo dei costi. Ora che il calo dei prezzi dell’energia rinnovabile e l’innovazione continua lo rendono un’opzione praticabile per un’economia climaticamente neutra, l’idrogeno svolgerà un ruolo chiave in questo processo.”
Il Commissario per il Mercato interno Thierry Breton ha sostenuto: “L’alleanza per l’idrogeno pulito varata oggi convoglierà gli investimenti verso la produzione di idrogeno. Creerà un portafoglio di progetti concreti a sostegno degli sforzi di decarbonizzazione delle industrie europee ad alta intensità di energia, ad esempio quelle dell’acciaio e delle sostanze chimiche. L’alleanza riveste un’importanza strategica per le ambizioni sancite nel Green Deal e per la resilienza della nostra industria.”
Il Green Deal europeo è la nuova strategia di crescita dell’UE e definisce una tabella di marcia per rendere più sostenibile la nostra economia, trasformando le sfide ambientali e climatiche in opportunità in tutti gli ambiti di intervento e rendendo la transizione giusta e inclusiva per tutti.
Una miglior integrazione del sistema energetico è fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e al contempo creare posti di lavoro, assicurare una transizione equa, stimolare l’innovazione nell’UE e rinsaldare la leadership industriale a livello mondiale.
Il settore dell’energia può apportare un contributo decisivo alla ripresa economica europea dopo la crisi del coronavirus, come illustrato nel pacchetto per la ripresa Next Generation EU che la Commissione ha presentato il 27 maggio 2020.
Il sistema energetico odierno si fonda ancora su varie catene del valore verticali e parallele, che collegano rigidamente determinate risorse energetiche a specifici settori d’uso finale, con notevoli sprechi di energia.
I prodotti petroliferi, ad esempio, sono le materie prime predominanti nel settore dei trasporti e nell’industria, mentre carbone e gas naturale sono le principali fonti energetiche per la produzione di energia elettrica e riscaldamento. Le reti dell’energia elettrica e del gas sono pianificate e gestite in modo indipendente e anche le norme di mercato sono in gran parte specifiche per settore. Questo modello a compartimenti stagni non è adatto alla realizzazione di un’economia climaticamente neutra: è poco efficiente dal punto di vista tecnico ed economico e causa perdite considerevoli sotto forma di calore di scarto e bassa efficienza energetica.
Una delle soluzioni per perseguire l’integrazione settoriale è la diffusione dell’idrogeno rinnovabile. L’idrogeno può essere usato come materia prima, combustibile, vettore o accumulatore di energia e ha svariate applicazioni nei settori dell’industria, dei trasporti, dell’energia e dell’edilizia. Ancor più importante, però, è il fatto che quando viene utilizzato non emette CO2 e non causa quasi nessun inquinamento atmosferico. Rappresenta quindi un’alternativa per decarbonizzare i processi industriali e i comparti economici nei quali la riduzione delle emissioni di carbonio è tanto urgente quanto difficile.
Tutto ciò lo rende essenziale per sostenere sia l’impegno dell’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, sia gli sforzi globali di attuazione dell’accordo di Parigi.”
L’idrogeno, questo è il presente possibile, anche per noi, a Civitavecchia.