La macchina crea debiti del centrodestra è tornata drammaticamente in funzione.
E’ bastato un anno per vedere di nuovo, ahi noi, tornare di moda alcune abitudini che in passato avevano già portato il bilancio comunale sull’orlo del dissesto. Dopo anni di grandi sacrifici necessari per riportare i conti pubblici verso la strada della solidità, siamo tornati alle solite.
Si apprende infatti dalla relazione al bilancio di previsione letta dall’assessore in uscita Di Paolo (a proposito, in maggioranza stanno ancora litigando per le poltrone, non vi penserete mica che era già finita questa triste pagina?) che il debito pubblico di Civitavecchia passerà da circa 37,1 milioni del 2019 ai circa 38,3 milioni del 2020.
D’altronde dopo un anno di nulla e revoche, passato solamente a litigare per le poltrone, forse qualcuno al Comune potrebbe accorgersi che una città non si amministra da sola ma che ha bisogno di una guida solida al proprio comando.
Nulla è stato fatto per incassare i 2 milioni di euro dell’accordo con l’Autorità di Sistema Portuale, giudicato legittimo dal Consiglio di Stato ma da perfezionare; nulla è stato fatto per proseguire il cammino di valorizzazione del fondo immobiliare ed anzi, il terrorismo mediatico messo in campo negli anni passati dai giornali di partito sta ora tornando indietro come effetto boomerang a danno della città e dell’attuale maggioranza; nulla è stato fatto per proseguire il percorso da noi iniziato per mettere a sistema le entrate da tassa di soggiorno e tassa di ingresso; nulla è stato fatto per rendere operativi i fondi extracomunali da noi trovati, vedi ad esempio i più di 3 milioni stanziati per lo stadio Fattori.
La lista è ancora lunga ma le poche azioni compiute, per lo più revoche, non solo non hanno migliorato il bilancio comunale ma anzi lo porteranno al peggioramento: vedi la scellerata idea di revocare il porta a porta nella zona 2 che causerà un maggiore costo prodotto da una maggiore quantità di indifferenziato ed il forte rischio che Città Metropolitana non versi il proprio contributo, visto che il progetto finanziato è stato smantellato.
Quando entrammo in Comune nel 2014 il Comune era in disgrazie finanziarie, come certificato dalla relazione della Corte dei Conti.
Delle uscite sistematicamente insostenibili viste le entrate, un meccanismo di riscossione praticamente fermo ed un’azione amministrativa completamente incapace di attingere a fondi extracomunali che non fossero le solite, ed illegittime, elemosine ad Enel.
Senza considerare, infine, che i clamorosi danni causati dagli interessi milionari dei derivati firmati dall’allora amministrazione di centrodestra targata De Sio (con Tedesco presente in qualità di vice sindaco) sono stati ridotti dalla nostra transazione, senza la quale il fallimento del Comune sarebbe stato inevitabile.
Cambiano gli anni, ma non cambiano le abitudini. La coalizione del centrodestra ci sta facendo vivere un triste dejavù.
Gruppo consiliare M5S