L’atto approvato ieri dalla maggioranza, senza alcun confronto né con le associazioni di categoria né con l’associazione di tecnici e architetti, rappresenta un palliativo di rinnovo per un anno per alcuni commercianti, ma nello stesso tempo prende per oro colato una semplice lettera della Soprintendenza.
Un po’ poco per un’amministrazione che in campagna elettorale aveva pesantemente denigrato la passata amministrazione millantando soluzioni già belle che pronte che, alla prova dei fatti, non hanno mai avuto. A noi la cosa non stupisce, ma certamente dopo l’ennesima promessa non mantenuta, qualcuno dovrebbe fare opportune considerazioni.
L’amministrazione avrebbe dovuto difendere l’autonomia del comune ed il nostro regolamento del 2017, scritto con la città, opposizione compresa, che recepisce a pieno la normativa vigente, tutelando il diritto dei cittadini a non essere privati della libertà sancita dalla legge, senza sottostare alla soprintendenza. Con il Regolamento del 2017 la problematica dell’art. 21 era già stata presa in considerazione e prima che la soprintendenza facesse alcun tipo di comunicazione in merito, tanto che l’apposito articolo del regolamento venne citato da uno dei funzionari della Soprintendenza in una comunicazione, ad evidenziare che avevamo rispettato la normativa vigente.
L’ormai famigerata circolare della soprintendenza, spiega come “…i comuni, con le deliberazioni previste dalla normativa in materia di riforma della disciplina relativa al settore del commercio, sentito il soprintendente, individuano le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e ambientale, nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l’esercizio del commercio (quindi non individuano le aree vincolate, ma quelle già vincolate a cui apporre limiti o divieti)”.
Ma soprattutto specifica che se i comuni, ed eventualmente la soprintendenza, non abbiano inteso adottare le necessarie prescrizioni di tutela indiretta o idonei contenuti regolativi dei vincoli, non è possibile limitare il diritto di fruire delle misure di semplificazione e liberalizzazione introdotte dalla Legge Madia.
Quindi nel nostro caso le uniche limitazioni restano quelle deliberate con il regolamento del 2017. Non esistono altri atti, tantomeno della soprintendenza, che prescrivano limiti o divieti, anche perché la stessa soprintendenza ha rilasciato autorizzazioni paesaggistiche ad esercizi commerciali ed al comune stesso per l’installazione di elementi di decoro urbano o assimilati senza mai richiedere la procedura prevista dall’art. 21.
Quindi tutti i commercianti che hanno rispettato le prescrizioni sancite nel nostro regolamento, sono in regola!!!
L’amministrazione ha il dovere di contrastare la linea della Soprintendenza ed ha tutti gli strumenti per farlo, anche perché oltre a tutelare i commercianti, l’amministrazione tutela se stessa, altrimenti saremo costretti a rimuovere tutti i presunti abusi, a partire dall’asfalto fino alla panchina o il palo della luce.
Gruppo consiliare M5S