“Abbiamo ricevuto a cena sei persone anziché dieci come gli altri anni ed abbiamo risparmiato”, ci dice in pratica l’Assessore: “Grazie, Arcavolo!'”, replicherebbe quel personaggio di Achille Campanile che voleva esprimere riconoscenza ad un suo antenato.
Ma davvero D’Anto’ pensa che i Civitavecchiesi ambiscano al raggiungimento del pareggio di bilancio lo scorso anno attraverso la riduzione dei servizi? Se la domanda (cioè il numero di persone che vogliono andare a teatro) resta più o meno la stessa ogni anno, togliere una serata significa ridurre la possibilità di avere posti migliori per gli eventi di proprio interesse per chi non ha un abbonamento.
In altre città paragonabili a Civitavecchia, dopo aver conquistato la terza replica si punta alla quarta (o direttamente alla quinta – ovviamente con interventi pesanti in campo di marketing e promozione), per ottenere un prezzo per spettacolo molto ridotto, accedendo a tournée più importanti (e quindi, con una più ampia opportunità di utile, per le amministrazioni che sanno lavorare): pensare di tagliare i costi togliendo semplicemente le figure professionali che, se sanno fare il proprio lavoro, permettono le economie spiegate sopra, è miope, e fa pensare che chi considera inutile la figura del direttore artistico del teatro durante tutto l’anno non abbia piena contezza di quale sia il ruolo che questo, in una struttura professionale, dovrebbe svolgere”.
Lo ha comunicato Luca Guerini