I serial killer. Donato Bilancia, detto il mostro dei treni ed il serial killer delle prostitute (12^ parte)
continua…
In molti studi si tenta di giustificare i suoi crimini con il fatto di aver vissuto un’infanzia difficile, di aver subito umiliazioni dai suoi genitori e di aver avuto con gli stessi, un rapporto altrettanto complicato e difficile. Ma come detto dietro, personalmente non mi sento di essere così indulgente e giustificare un criminale di questo calibro, mettendo un velo sulle sue orride malefatte con queste motivazioni, perché allora, significherebbe che tutti i ragazzi, che hanno subito angherie più o meno simili, avrebbero dovuto sviluppare in età adulta, questa tendenza e, fortunatamente, nella maggior parte dei casi, ciò non è accaduto, non è così.
Indubbiamente, anche in considerazione dell’incidente d’auto di cui rimase vittima, così come nel caso di Gianfranco Stevanin, la sua mente potrebbe aver subito più o meno gravi alterazioni, tuttavia non tali da fargli perdere la sua capacità d’intendere e di volere, così come riscontrato poi dalle perizie psichiche nel processo che lo ha visto prima imputato e successivamente condannare per i delitti commessi.
Bilancia, era un soggetto affetto da psicopatia, (non si può parlare di disturbo dissociativo dell’identità, in quanto il soggetto, pur presentando due stati di personalità separati, dei quali, uno avrebbe preso il controllo della sua mente, tuttavia, riesce ad evocare con chiarezza i suoi ricordi personali), caratterizzata proprio dal comportamento antisociale, da deficit empatico e presenza di emozioni celate, mostrando con i fatti, una forte propensione a comportamenti devianti, che lo hanno portato in breve tempo, a compiere atti criminosi ed aggressivi di rilevante gravità.
Per alcuni casi, in particolare quelli relativi all’uccisione delle prostitute, ma anche dei guardiani e dei cambiavalute, può essere classificabile nel genere c.d. dei “missionari”, in quanto motivato proprio da quell’esigenza di ripulire la società da determinate categorie di soggetti. A seguito anche delle umiliazioni ricevute da bambino, del suo ridotto pene, era portatore di un complesso di inferiorità, di un rimuginare interiore continuo, soprattutto nei riguardi delle donne….quelle che da bambino, osservando il suo minuto organo genitale, lo deridevano e le prostitute, quelle dalle quali poteva ricevere solo prestazioni occasionali, squallide e prive di qualsiasi sentimento, in cambio solo di danaro.
La classificazione di Bilancia, non lo esclude dall’appartenere anche al genere dei “Dominatori” e degli Edonistici. Il primo genere, infatti, che è considerato il più comune, lo ha portato ad esercitare potere sulle sue vittime, rafforzando in questo modo, almeno in quei pochi momenti in cui si svolgevano i fatti, la propria forza fisica e mentale, verosimilmente ipotizzabile, in compenso di quegli abusi subiti nella sua infanzia, dei quali, anche durante la sua detenzione, ritorna frequentemente a parlarne, anche in una sorta di autocommiserazione vittimistica.
Mentre il secondo, lo ha portato a provare mero piacere nell’uccidere, in alcuni casi, senza un’apparente vera ragione, trovando poi, anche piacere di natura sessuale, come nel caso delle donne uccise sul treno ed in particolare della seconda vittima, sul cui corpo inerme, dopo la morte, si è masturbato. Ciò, a dimostrazione, di non essere in grado di affrontare un sano e naturale rapporto con le donne, se non sottoponendole alla minaccia di una pistola, del pagamento di una prestazione, o solo dopo che queste, siano state uccise, esercitando vilipendio suoi loro cadaveri.
Per non farsi mancare nulla, o quasi, Bilancia ha mosso le sue azioni, motivato anche dal guadagno, da quei soldi di cui sin da giovanissimo, era sempre alla ricerca, come nel caso delle uccisioni commesse in occasione di alcune rapine che gli hanno fruttato somme ingenti, circostanze queste tuttavia, che generalmente, non fanno considerare i loro autori, come assassini seriali, ma come criminali di diverso genere.
Fine