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Bilancia, oltre alla sua attività criminale, era fortemente attratto dal gioco d’azzardo, soffrendo probabilmente anche di una vera e propria ludo-patia.
I numerosi colpi che ora riesce a mettere a segno, commessi soprattutto all’estero, gli fanno registrare un vero e proprio salto di qualità, bottini che gli fruttano cifre da capogiro, che gli consentono abbondantemente, anche di far fronte alle considerevoli e consuete perdite al gioco, che lui considera solo come dei “piccoli fastidi”, che comunque, usa onorare con impeccabile puntualità e precisione.
Nel 1987 il fratello Michele separato dalla moglie, muore suicida, lanciandosi con il figlioletto di appena 4 anni, sotto un’intercity, il fallimento della bottega che aveva da poco acquistato ed il grave incidente del 1972, in cui, rimasto in coma per alcuni giorni, stava per perdere la vita, l’inconsistenza della sua esistenza, della quale tuttavia si rendeva conto, lo segnano ancor più, portandolo ad intensificare la sua attività criminale, che alterna tra furti, gioco d’azzardo, frequentazione di prostitute ed amici che si fingono tali e che gli sono vicini solo per interessi, ma nei quali lui crede ciecamente, tanto che si narra ricambiasse i loro favori, compensandoli con almeno tre volte tanto il loro valore.
Dopo non pochi tradimenti da parte di quegli amici, che Bilancia metteva metodicamente dietro le sue spalle così come le pagine di un libro che si girano leggendolo, è proprio Maurizio, uno di quegli amici, quello che lui considerava l’amico fraterno e del quale aveva fiducia cieca forse più di ogni altro, che lo tradisce e del quale Bilancia avrà a dire: “Andava tutto bene”….”Fino al giorno del tradimento del mio amico fraterno Maurizio. L’ennesimo, e il più inaspettato”.
Il tradimento. Nell’estate del ‘97, Donato Bilancia, è intento a giocare con i dadi, quando il suo amico Maurizio Parenti, un buttafuori, gli chiede di accompagnarlo presso la bisca dove lavorava. Senza pensarci due volte, lascia tutto e segue l’amico ed arrivato nel locale, si accorge con piacere che era stato condotto in un luogo ove si fa sul serio, ove si gioca grosso, proprio come piace a lui. Non perde l’occasione, iniziando così, anche qualche partita, vincendo una considerevole somma di denaro, ma perdendo circa 500 milioni di lire in altre giocate effettuate nei giorni successivi, senza comunque battere ciglio, poiché si racconta che in quel periodo, per le mani del Bilancia, sarebbero circolati parecchi miliardi delle vecchie lire, tanti soldi che addirittura, gli sarebbero penzolati fuori delle tasche.
Solo giorni dopo, arriva la verità, quella che lo sconvolge e che non avrebbe mai voluto sentire e forse neanche mai immaginato. Dal bagno, ode casualmente un dialogo in corso in una stanza vicina, che mai avrebbe pensato di udire. Il suo amico Maurizio dice al proprietario della sala giochi, tale Giorgio Centenaro: “Hai visto in che modo sono riuscito ad agganciarlo e a portarlo qui da noi?”.
Questa volta Bilancia, non riesce proprio a voltare la pagina del suo libro come aveva fatto tante altre volte, da Maurizio, no, non se lo aspettava! Maurizio, no, proprio non doveva fargli questo! Maurizio, non doveva tradirlo in questo modo!
continua…