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Cosa sono e chi sono? Come agiscono e perché uccidono?

(Quinta Parte)

Criminologi e FBI (Federal bureau of Investigation) identificano i serial killer in due distinte categorie: organizzati e disorganizzati.
Quelli organizzati, sono ritenuti lucidi, intelligenti. Pianificano attentamente i crimini con alto livello di controllo sull’andamento del delitto, presentando conoscenze specifiche sui metodi d’indagine della polizia, che utilizzano anche a loro favore allo scopo di occultare scientificamente le prove. Seguono l’andamento delle indagini a volte anche collaborando apparentemente con gli investigatori; gli omicidi sono da essi intesi come progetti di alto livello. Risultano ben inseriti nella vita sociale ordinaria, con gli amici, eventuali amanti e addirittura nella loro famiglia. L’arma utilizzata sulla scena del crimine, sarà naturalmente accuratamente asportata dal luogo del delitto ed occultata o disfatta abilmente.
Quelli disorganizzati, sono invece considerati impulsivi, uccidendo senza pianificazione, presentando un basso livello culturale ed uno scarso quoziente d’intelligenza. Non sono metodici e non occultano le tracce, (sebbene siano talvolta in grado di sfuggire per qualche tempo alle indagini, principalmente per il fatto di spostarsi velocemente e grazie alla natura intrinsecamente “disordinata” del loro comportamento nei lunghi archi temporali che separano gli accadimenti). Svolgono una vita sociale ed affettiva estremamente carente, presentando anche qualche forma di disturbo mentale. Per compiere i loro crimini, utilizzano oggetti trovati sul luogo del delitto, che solitamente saranno lasciati pure sul posto, con evidente presenza di tracce quali impronte latenti, sangue ed altri elementi  utili  a ricondurre ad essi le loro azioni criminali.
Ma veniamo ora alle motivazioni e pulsioni, dalle quali un criminale seriale generalmente può essere mosso e che sono distinte in precise categorie.
Visionari/allucinati: non è necessariamente frequente che abbiano disturbi mentali importanti, per esempio schizofrenia. In qualche raro caso, tuttavia, un serial killer può corrispondere a questo stereotipo e letteralmente uccidere “seguendo le istruzioni di voci nella sua testa” o come conseguenza di esperienze di tipo allucinatorio. Herbert Mallen, ad esempio, massacrò tredici persone perché una voce gli diceva che questo sacrificio avrebbe salvato la California dal terremoto. Ed Gein pensava di poter preservare l’anima di sua madre mangiando il corpo di donne che  assomigliavano a  lei fisicamente.

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