Un primo bilancio: 400 studenti iscritti e 100 matricole nell’anno i numeri più significativi. 6 insegnamenti in lingua inglese.
A quattro anni dalla sua nascita, il corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università della Tuscia ha raggiunto alcuni risultati importanti. E’ il professor Mario Savino, presidente dello stesso corso, a tracciarne un bilancio. Ha superato la soglia dei 400 studenti iscritti, con una media di circa 100 matricole all’anno. Nel 2017, ha laureato i suoi primi dieci studenti, molti dei quali con ottimi voti e già impegnati in master, pratica forense o tirocini presso tribunali. Ha dimezzato (dal 30 al 15 per cento) il numero di studenti che abbandonano al primo anno. Ha una percentuale elevata di studenti in corso con una buona media. Quali le ragioni di questo successo? Si tratta di un corso di laurea “troppo facile” o, piuttosto, di un corso “a misura di studente”, costruito per dare sostegno a chi ha intende studiare, migliorarsi e laurearsi nei tempi?
Per dare al lettore la possibilità di rispondere, mi soffermerò su altri due dati dice il professor Savino. Il primo riguarda i “voti” che i nostri studenti danno a ciascun insegnamento prima di sostenere l’esame. La valutazione media dei professori di giurisprudenza è ottima (3,5 su 4), con grado di soddisfazione ancor più elevato per la disponibilità del docente a fornire chiarimenti e spiegazioni (3,65). Come nelle migliori pratiche inglesi o statunitensi, il corpo docente sta facendo propria la logica che dovrebbe ispirare ogni attività di servizio, cioè l’attenzione ai bisogni degli studenti/utenti (customer orientation). La scelta di investire risorse e anni di studio in un percorso universitario ci impone di garantire una formazione solida e innovativa, ma anche di assistere gli studenti in un percorso difficile, dal cui esito dipende una parte importante del loro futuro professionale.
Il secondo dato riguarda l’attività di ricerca svolta dai nostri docenti. Nel Rapporto dell’Anvur pubblicato a inizio 2017, i docenti del corso di Giurisprudenza della Tuscia guidano due graduatorie nazionali, riguardanti la qualità ricerca nel campo del diritto amministrativo (1° posto su 84) e nell’area pubblicistica nel suo complesso (1° posto su 126). Anche grazie a questa ottima performance, il DISTU, dipartimento che gestisce il corso di Giurisprudenza, concorrerà per un finanziamento ministeriale di circa 6 milioni in cinque anni destinato ai primi quindici dipartimenti giuridici di eccellenza in Italia.
A quattro anni dalla sua nascita, dunque, il corso di Giurisprudenza della Tuscia può considerarsi una realtà importante nel panorama universitario locale e nazionale, pur in un quadro complessivo molto difficile. È un momento delicato, infatti, non solo per i neodiplomati che devono scegliere se e dove iscriversi all’università, ma anche per il mondo universitario italiano, che deve ormai decidere se accettare le sfide del nostro tempo, tentare di attrarre i talenti, dialogare con il settore privato, costruire reti di eccellenza e cominciare a scalare le classifiche internazionali, oppure rassegnarsi al declino.
Questa sfida noi intendiamo raccoglierla, puntando su tre direttrici di sviluppo. La prima è l’internazionalizzazione. Da quest’anno, il nostro corso erogherà 6-7 insegnamenti in lingua inglese, per attrarre studenti stranieri, rafforzare le competenze linguistiche dei nostri studenti e permettere loro di studiare per 6-9 mesi all’estero, con il programma Erasmus o sulla base di accordi bilaterali conclusi con università statunitensi e cinesi.
In secondo luogo, afferma il professor Savino, proseguiamo nella costruzione di percorsi in uscita, attraverso la conclusione di accordi con enti pubblici e privati che consentano ai nostri studenti di svolgere tirocini, prima e dopo la laurea, così da facilitarne la transizione al mondo del lavoro. E stiamo potenziando l’offerta formativa post lauream, affiancando al corso di dottorato in “Diritto dei mercati europei e globali”, che gode di ottima salute, una nuova Scuola di specializzazione per le professioni legali, che partirà all’inizio del 2018 (il bando per l’iscrizione, pubblicato pochi giorni fa, scadrà il 6 ottobre).
Infine, puntiamo ad accrescere la visibilità del corso di Giurisprudenza sul piano nazionale, per attrarre i neolaureati italiani che abbiano interesse a compiere studi giuridici di elevata qualità, con contenuti aggiornati, una metodologia all’avanguardia e molte opportunità di arricchimento, dalle lezioni interattive dedicate alla discussione di casi ai laboratori sull’argomentazione giuridica e sul giudizio simulato, dalle opportunità di studio all’estero ai tirocini presso tribunali e studi di avvocati.
I risultati raggiunti dal corso di Giurisprudenza della Tuscia nei suoi primi quattro anni e le prospettive di crescita dei prossimi anni ci consentono di lanciare ai neo-diplomati di Viterbo e della provincia un messaggio: “considerate seriamente le opzioni universitarie che avete a disposizione sotto casa”. Sono sempre più numerosi gli studenti del viterbese che, dopo aver scelto di fare studi giuridici in città e atenei più grandi, tornano sui loro passi e chiedono di trasferirsi da noi. La ragione è che all’Università della Tuscia trovano quello che altrove spesso manca e che agli studenti interessa di più: una università a misura di studente, una città vivibile con costi contenuti e una formazione di ottimo livello, che consenta di guardare al futuro con fiducia.