(Quinta Parte)

Favorendo allo stesso tempo, ritengo senza dubbio alcuno, anche l’ipotesi de “La teoria delle finestre rotte”, la quale, secondo i suoi autori, James Q. Wilson e George L. Kelling, individua proprio nel disordine urbano e nel vandalismo, il procrearsi della criminalità aggiuntiva e dei comportamenti anti-sociali. Infatti, con il loro studio gli scienziati hanno sostenuto, che il mantenimento ed il controllo di ambienti urbani, sarebbe direttamente  correlato alla repressione dei piccoli reati, degli atti vandalici, della deturpazione dei luoghi, del bere in pubblico, della sosta selvaggia o dell’evasione nel pagamento di parcheggi, dei mezzi pubblici o dei pedaggi, contribuendo in questo modo a creare un clima di ordine e legalità, riducendo così il rischio di crimini più gravi. Tale teoria è stata applicata per la prima volta tramite un modello politico, c.d. “della tolleranza zero” , dal sindaco Rudolph Giuliani di New York. Tornando ai criminologi Wilson e Kelling ed al loro studio, se in un edificio abbandonato viene rotto il vetro di una finestra e qualora non si provvederà quanto prima a sostituirlo, ben presto tutte le altre finestre faranno la medesima  fine ed il luogo diverrà oggetto di incuria e degrado, ben presto sarà frequentato da individui ai margini della società dediti ad attività illecite, favorendo la devianza e per questo, sarà naturalmente accuratamente evitato dal resto della collettività.
La mia perplessità, è riferita anche alla previsione della difesa del territorio, di cui si parla nel Decreto e che ritengo inteso come ambiente. Un territorio, quello italiano, oramai altamente compromesso come ben sappiamo, interessato con cadenza costante, per non dire quotidiana, da disastri naturali d’ingente gravità ed entità, dovuti quasi sempre all’incuria ed all’opera maldestra della mano dell’uomo, alla sua disattenzione ed agli interessi economici, che prevalgono in troppi casi, su tutto ciò che riguarda l’eco-sostenibilità e quindi l’intero ambiente che ci circonda: inquinamento, disboscamento a dismisura e proliferare dell’abusivismo edilizio. In pratica, mi chiedo e chiedo, con questo Decreto si pensa davvero di risolvere il problema della “terra dei fuochi”, delle zone sismiche ove non si sarebbe dovuto costruire o comunque farlo adottando determinati accorgimenti, delle costruzioni abusive sulle pendici del Vesuvio, dei mari, delle acque interne inquinate e dell’aria, del rimboschimento delle nostre foreste?…se così fosse, perché di territorio ed ambiente si tratta, credo i miei dubbi, rimangano più che fondati!

 

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