Il nuovo decreto del premier Conte, entrato in vigore lunedì, è il colpo di grazie per numerose società.
Fino al 24 novembre il calcio e tante altre discipline non potranno più giocare nel weekend. Consentiti soltanto gli allenamenti.
Il provvedimento del governo emanato domenica sera scorsa ferma tutti i campionati regionali, oltre a quelli provinciali già fermati col precedente Dpcm. «Sospesi eventi e competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato – recita il punto e dell’articolo 1 – restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva».
Parole che di fatto fermano tutti gli sport e che fanno infuriare le rispettive federazioni, che in questo momento stanno valutando se prendere altre decisioni per cercare di tutelare le proprie società. È inevitabile dire che con questo decreto sarà ancora più complicato pensare a una serena ripresa a fine novembre, per poi concludere il rispettivo campionato. Anche perché c’è da valutare se il 24 novembre, data in cui dovrebbe cessare il Dpcm, si potrà tornare a giocare o meno: tutto dipenderà dalla curva epidemiologica. Per ora c’è soltanto una certezza, ed è quella dello svolgimento delle sedute di allenamento, ma senza scendere in campo nel weekend. Ma la speranza dei presidenti delle centinaia di società del comprensorio è proprio quella di poter tornare quanto prima a disputare la propria competizione e cosa ancora più importante di ricevere gli incentivi promessi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Questo perché è impensabile per un club che dopo aver rispettato tassativamente tutti i protocolli per poter stare in regola, dalla sanificazione degli ambienti agli ingressi contingentati, ora si ritrovano a dover chiudere i cancelli di impianti sportivi, palestre e piscine.