In occasione delle elezioni amministrative del 4 marzo 2018, alle quali sono chiamati quasi 5 milioni di cittadini, Unindustria ascolterà i programmi dei candidati alla presidenza della Regione Lazio, ponendo come primo punto di attenzione la scelta del sentiero verso il quale il nuovo Governo regionale dovrà incamminarsi.
Costruire un nuovo futuro, che dia vere opportunità alle generazioni più giovani e che immaginiamo fondato su cinque pilastri: Ricerca, competenze, Impresa, Territorio, Europa.
Pensiamo che l’industria sia la protagonista della crescita in uno scenario di azioni finalizzate allo sviluppo e che le azioni siano legate fra loro in primo luogo dalla connessione fra Ricerca, COMPeTENZE e Impresa.
Senza innovazione, l’impresa non è competitiva e non può affrontare la rivoluzione digitale in corso e senza capitale umano dotato di professionalità adeguate è impensabile affrontare le sfide del futuro.
La RICERCA trova il maggiore effetto moltiplicatore del suo valore nella contaminazione con la manifattura e i servizi di alta gamma: su questo la Regione deve proseguire il cammino di consapevolezza. Occorre far emergere la ricchezza del tessuto accademico laziale in una logica di rete, di macro-settore trasversale che sia leva di sviluppo.
Le COMPETENZE rappresentano il tema su cui non si può restare in posizioni di retroguardia civile e amministrativa incompatibili con gli obiettivi di una grande regione.
La nostra regione deve tendere verso un mercato del lavoro più dinamico, dove i benefici dell’innovazione raggiungono i gruppi sociali più svantaggiati e tutti coloro che trovano ostacoli all’accesso a nuove opportunità: i giovani, le donne, i lavoratori maturi e quelli meno qualificati.
Occorre capitalizzare le potenzialità di occupazione e moltiplicarne le possibilità, non difendendo il “posto”, ma garantendo sempre alle persone l’avanzamento nel mercato del lavoro e l’adeguamento delle capacità per l’ingresso e il ricollocamento.
L’ IMPRESA della nostra regione ha garantito il proprio contributo in questi anni difficili aggiornando il proprio business, adattandosi alle nuove sfide e sopperendo alle difficoltà di un sistema pubblico in ripresa, ma ancora inefficiente.Gli imprenditori chiedono un netto cambio di passo.
Vogliamo una Pubblica Amministrazione competente e semplice, che sappia dialogare e far crescere le imprese locali, che acceleri innovazione e proiezione internazionale, normalizzando le imposizioni.
Il TERRITORIO deve recuperare tutti i suoi deficit. Non bisogna avere più alcuna esitazione sulle infrastrutture che connettono e includono le aree della nostra regione e progettare misure risolutive per le emergenze, dal reatino alla Valle del Sacco. Investendo nelle reti immateriali e intelligenti, in sostenibilità e sicurezza, nell’accessibilità e modernità dei siti industriali, è adesso il momento di rendere competitivo anche tutto quello che c’è fuori dai cancelli delle imprese. Il Lazio deve dimostrare di credere nell’industria. Il territorio del Lazio è un territorio europeo e deve esserlo ancora di più.
L’Europa deve essere interpretata come sintesi dei governi nazionali, come area economica più estesa nel mondo dove merci e persone possono circolare liberamente. Le politiche europee condizionano direttamente ed indirettamente le politiche regionali.
La Regione che immaginiamo deve recitare un ruolo più attivo e più condiviso in EUROPA perché questo è il terreno in cui ci si deve confrontare per incidere sulle programmazioni pluriennali, per mutuare best-practice, per trovare maggiore risorse da indirizzare nei comparti produttivi.
Per queste 5 parole chiave Unindustria propone quindi una politica industriale del territorio non retorica, con una visione indipendente dai programmi elettorali e focalizzata su alcune missioni-obiettivo per confrontarsi e misurare la volontà del prossimo governo regionale di accettare le sfide del nostro Manifesto per lo sviluppo.