Il Mit chiude la Sardegna: stop agli sbarchi
Il ministro Paola De Micheli, rispondendo alle sollecitazioni arrivate dall’isola, ha deciso per lo stop di traghetti ed aerei. Arrivano solo le merci. Assicurato un solo volo tra Cagliari e Roma per necessità primarie. un’iniziativa che pesa ulteriormente anche sul porto di Civitavecchia. Nuovo allarme per una nave proveniente dalla Spagna.
CIVITAVECCHIA – Una decisione che pesa ulteriormente anche sul porto di Civitavecchia. Quella del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli di chiudere la Sardegna, bloccando di fatto traghetti passeggeri e voli aerei, è una scelta necessaria per l’isola, ma pesante. L’obiettivo è quello di bloccare l’esodo verso la Sardegna che, solo nell’ultima settimana, ha visto arrivare circa 13mila persone dalle zone rosse. Da oggi quindi potranno sbarcare nell’isola solo merci ed è garantito un volo tra Cagliari e Roma per necessità primarie.
Niente più. Certo, considerato il periodo ed le restrizioni di movimento per il coronavirus, ultimamente le navi in partenza da Civitavecchia non viaggiavano poi così pieni, ma comunque si tratta, a conti fatti, dell’ennesimo colpo all’operatività di uno scalo oggi in affanno. Già lo stop delle crociere ha messo a dura prova il porto e, di conseguenza, operatori, imprese, lavoratori, di fronte ad un calo del lavoro che si ripercuote sulle casse delle società. Per quanto riguarda i traghetti, al momento rimane attivo il collegamento passeggeri con Palermo, Tunisi è attiva solo per le merci e da oggi sarà così anche la Sardegna, collegata tutti i giorni con Olbia, tre volte a settimana con Cagliari e con Porto Torres per proseguire per Barcellona. Proprio la tratta con la Spagna è costantemente monitorata, dopo gli ultimi episodi in banchina. Sarebbe infatti dovuta arrivare, attorno a mezzanotte, la nave da Barcellona con a bordo circa 600 passeggeri. Di questi però circa la metà non ha però mezzi propri per raggiungere Roma o comunque casa. Sarebbe stato un problema, in termini di sicurezza, considerato anche che a quell’ora non ci sono treni per la Capitale. Alla fine la partenza è stata ritardata e la nave giungerà in porto domani mattina alle 5.
A pagare comunque le conseguenze di tutta questa situazione, anche in termini economici, sarà l’Autorità di sistema portuale, a cui non vengono versati i diritti d’uso dell’infrastruttura.